Bergengruen, Werner

scrittore tedesco (Riga 1892-Baden-Baden 1964). Definiva se stesso “uomo orale” per la sua sensibilità all'immediato e all'aneddotico e la sua inesauribile vena narrativa. Cattolico, indagatore delle leggi morali celate nella natura e nel labirinto del mondo, intendeva narrare una storia universale contesto di storie particolari. In questa prospettiva si collocano i romanzi più maturi: Der Grosstyrann und das Gericht (1935; Il gran tiranno e il tribunale), Am Himmel wie auf Erden (1940; Così in cielo come in terra). Di sapore ottocentesco sono le splendide novelle (Der spanische Rosenstock, Il rosaio spagnolo) e la Rittmeister-Trilogie (1952-62; La trilogia del capitano di cavalleria). La lirica, in cui predomina il tema etico, è raccolta in Die heile Welt (1950; Il mondo risanato), Figur und Schatten (1958; Figura e ombra) e Herbstlicher Aufbruch (postumo, 1965; Partenza autunnale).

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