Berengo Gardin, Gianni

fotografo italiano (Santa Margherita Ligure 1930). Ha scoperto la passione per la fotografia nel 1954, anno in cui, oltre ad aderire al gruppo veneziano “La gondola”, ha avviato un rapporto di collaborazione con il settimanale Il mondo, destinato a sciogliersi nel 1965. Si è affacciato sulla scena internazionale alla metà degli anni Sessanta, grazie a una mostra tenutasi a Rochester, presso la George Eastman House. Dopo aver ricoperto l'incarico di corrispondente italiano per conto del Daily Telegraph (1969-71), nell'anno 1984-85 ha realizzato vari servizi per Epoca. Tra le mostre più importanti cui ha partecipato, The 32 Top Photographers, Modern Photography (1972) e I fotografi di paesaggi del Novecento (1975), quest'ultima promossa da C. Beaton. Si è dedicato principalmente all'indagine sociale, al ritratto di gente umile dedita al lavoro o inserita nel suo ambiente e alla rappresentazione di un paesaggio rurale spesso animato dalla presenza umana. Caratteristico è il distacco con cui affronta il soggetto, distacco che però non si traduce mai in freddezza, ma al contrario è indice di un profondo rispetto. Tra le sue opere, Venise des saisons (1965), Dentro le case (1977), Dentro il lavoro (1978), India dei villaggi (1980), Venezia è una storia d’amore (1981), Gianni Berengo Gardin (1990), Italiani (2000), Copyright (2001). Una menzione particolare merita la sua ricerca sui manicomi, Morire di classe (1968), che ha contribuito a creare un clima culturale favorevole all'approvazione della legge Basaglia.

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