Bauman, Zygmunt
filosofo e sociologo polacco naturalizzato inglese (Poznań 1925, Leeds 2017). Si formò nell'Università di Varsavia alla scuola di Julian Hochfeld e Adam Schaaf sul finire degli anni Cinquanta e vi insegnò sino al 1969-70, quando raccolse in volume i corsi svolti anni prima. Nella nota all'edizione italiana Lineamenti di una sociologia marxista (1971) registrò la preoccupazione per aver cercato di integrare nella sola visione marxista categorie e problemi sorti al di fuori di tale visione. Fuoriuscito dalla Polonia, insegnò alle università di Tel Aviv (1968-71) e di Leeds (1971-91). Sebbene continuò a privilegiare l'approccio sociologico, si dedicò a temi di spessore etico e politico e venne considerato il teorico della postmodernità: Memorie di classe: preistoria e sopravvivenza (1987), Modernità e olocausto (1992), che gli valse il premio europeo Amalfi, La decadenza degli intellettuali: da legislatori a interpreti (1992), Le sfide dell'etica (1996), Il teatro dell’immortalità (1995). Seguirono le pubblicazioni: La società dell'incertezza (1999), La solitudine del cittadino globale (2000), Voglia di comunità (2001), La società individualizzata (2002), Intervista sull'identità (2003), La società sotto assedio (2003), Lavoro, consumismo e nuove povertà e Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi (2004), Vite di scarto (2005), L'Europa è un'avventura (2006), Homo consumens (2007), Modus vivendi (2007) e Liquid Fear (Paura liquida; 2008). Nel 2008 uscì Individualmente insieme, in cui il filosofo descrisse i nuovi slogan del mondo globalizzato, basati sulla sicurezza, la parità e la Rete.