Banco di Sicìlia
istituto di credito già di diritto pubblico che trovò le origini nelle Casse di Corte di Palermo e di Messina istituite nel 1843 dal Banco delle due Sicilie (poi Banco di Napoli), casse che, a loro volta, raccolsero l'eredità delle due “tavole pecuniarie” sorte nel sec. XV. Nel 1848, a seguito dei moti rivoluzionari, vennero riunite nel Banco Nazionale di Sicilia o Banco di Sicilia. Nel 1850 tali casse furono fuse per dar vita al Banco regio dei reali domini al di là del Faro, la cui denominazione fu mutata in quella attuale con l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia. Nel 1866 assunse le funzioni di istituto di emissione e tale rimase fino al 1926 quando il diritto di emissione fu riservato alla Banca d'Italia. Divenuto, nello stesso anno, istituto di credito di diritto pubblico, il banco esercitava il credito ordinario e, attraverso sezioni speciali, i crediti agrario, minerario, fondiario, industriale ed era autorizzato a emettere speciali titoli di credito. Nel 1992 è divenuta una società per azioni. Passato nel 1997 sotto il controllo di Mediocredito Centrale, nel 2000, in seguito all'acquisizione di quest'ultimo da parte della Banca di Roma, il banco è entrato a far parte del gruppo capitolino.Le sue attività bancarie tradizionali sono state scorporate e conferite a una nuova società con la medesima denominazione, operativa dal 1° luglio 2002, in cui partecipa interamente Capitalia.