Bèrio, Luciano
compositore italiano (Oneglia 1925-Roma 2003). Ha studiato con Ghedini a Milano e con Dallapiccola a New York. Tra i precursori in Italia della musica elettronica, nel 1954, ha fondato con B. Maderna lo Studio di Fonologia Musicale alla RAI di Milano, che ha diretto fino al 1959. Ha insegnato a Darmstadt, a Colonia e all'IRCAM di Parigi, in diverse università statunitensi ed è docente presso la Harvard University. Nel 1995 ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera durante il Festival di musica contemporanea di Venezia. Passione per la ricerca e spirito d'avventura hanno fatto di Berio uno dei compositori più interessanti del dopoguerra italiano. Interessato al rapporto tra il suono e la parola, ha lavorato con John Cage sulla fonologia e con U. Eco sulla lingua e sulla sintassi di Joyce. Il contatto con le avanguardie l'ha portato a indagare i campi più inesplorati della vocalità femminile, in questo ispirato anche dalla moglie, la cantante statunitense Cathy Berberian (si segnalano Epiphanie /1959-61 e Circles 1960); inoltre ha manipolato la materia sonora e timbrica con la serie Sequenze, ognuna dedicata a un diverso strumento, un vero e proprio work in progress cominciato nel 1958 con il flauto e arrivato fino al 1995 alla XIII sequenza per fisarmonica. Nella sua sbrigliata fantasia musicale Berio utilizza tutti i materiali sonori, dai Beatles ai canti popolari alle più ardite invenzioni moderne, realizzando quella commistione e compresenza di linguaggi che è la cifra espressiva della nostra epoca. L'espressione più alta di questa ricerca è Sinfonia (1968). Se la musica vocale ha assunto negli ultimi decenni del Novecento un'importanza sempre maggiore nella produzione di Berio, è il teatro musicale l'approdo finale con Opera (1970, considerato da molti il suo capolavoro), La vera storia (1978, su testo di Calvino), Un re in ascolto (1983, da Shakespeare), Outis (1996) e Cronaca del luogo (1999). Nel 2000 è stato eletto presidente dell'Accademia di Santa Cecilia.