Bàrtoli, Danièllo
scrittore italiano (Ferrara 1608-Roma 1685). Entrato nell'ordine dei gesuiti, attese alla composizione di una monumentale Storia della Compagnia di Gesù, che comprende le biografie di Sant'Ignazio (1650) e di altri famosi gesuiti e il racconto delle vicende della Compagnia in Asia (L'Asia, 1650; La missione al Gran Mogor, 1653; Il Giappone, 1660; La Cina, 1661) e in Europa (L'Inghilterra, 1667; L'Italia, 1673). Opera vasta e frondosa, la Storia congiunge al gusto barocco per la catalogazione degli aspetti più inconsueti della realtà la finezza dell'analisi psicologica. Questi caratteri meglio si colgono in opere come L'uomo al punto (1657), riflessione sul momento della morte inteso come inizio della vita eterna, e la Ricreazione del savio (1659), elogio della bellezza del creato e inno di lode al suo mirabile artefice. L'entusiasmo per le meraviglie della natura anima anche i trattati scientifici del Bartoli. Giudicato dai romantici come il campione del “gesuitismo nello stile”, ad altri lettori (Giordani, Leopardi, Tommaseo, Carducci) Bartoli si impose appunto per la magnificenza stilistica. In realtà, con Bartoli la prosa barocca raggiunge il suo culmine per lo splendore delle immagini e la ricerca degli effetti, che ricordano la tecnica chiaroscurale della pittura contemporanea. A Bartoli si devono anche opere retoriche e grammaticali: L'uomo di lettere (1654), teoria dell'arte del dire condotta secondo i canoni dell'estetica pedagogica, Il torto e il diritto del non si può (1655) e il Trattato dell'ortografia italiana (1670), in cui Bartoli polemizza vivacemente con l'intransigenza della Crusca. Tra gli scritti scientifici spiccano i trattati di fisica (La tensione e la pressione, 1677; Del suono, 1679; Del ghiaccio e della coagulazione, 1681), ricchi di osservazioni minuziose sui fenomeni naturali.