Ausgleich
s. tedesco (compromesso). Nome della riforma costituzionale con cui l'Impero asburgico divenne (12 giugno 1867) “monarchia austro-ungarica” per unione personale (dinastica) e in condizioni di parità fra i due regni. L'Ausgleich concluse un lungo periodo di tentativi di riforma, apertosi con l'abrogazione della Costituzione liberale (1851) e l'instaurazione del “sistema Bach”, rigidamente centralistico. Ma l'Ungheria, avvantaggiata da una tradizione di istituzioni locali risalenti alle concessioni di Maria Teresa, premeva sempre più per l'autonomia. Dopo aver imposto al Reichsrat, creato nel 1860 da Francesco Giuseppe, una maggioranza federalista e dopo il fallimento del ritorno centralistico (Costituzione di febbraio del 1861), gli Ungheresi approfittarono della crisi fra Austria e Prussia per strappare a Vienna il “compromesso”. Iniziate nel 1865, le trattative furono condotte a buon fine dopo la guerra da Beust per l'Austria e Deak e Andrássy per l'Ungheria, al cui regno vennero assegnate Transilvania, Croazia, Slavonia, Temesvár e Fiume, stabilendosi così un'oppressiva diarchia austro-ungarica sulle nazionalità minori.