Arìstide

(greco Aristéidēs; latino Aristēs), politico e uomo di Stato ateniese (ca. 540-ca. 470 a. C.). Iniziata l'attività politica all'ombra di Milziade, sotto la cui guida nel 490 combatté come stratega a Maratona, nel decennio 490-480 fu indotto dalla sua indole moderata ad allinearsi col partito conservatore. Profonda fu in questo periodo la frattura con Temistocle, capo della fazione democratica: nel 482, quando Aristide si oppose al disegno di potenziare l'allestimento di un'ingente flotta e di trasformare Atene in una grande potenza navale, il contrasto divenne insanabile. Il popolo fu in quell'occasione contro di lui e, decretatone l'ostracismo, lo costrinse all'esilio. In seguito a una disposizione di generale amnistia, Aristide riuscì a tornare in patria giusto in tempo per partecipare alla lotta contro Serse: nel 480 a Salamina, e, l'anno seguente, come supremo stratego, alla battaglia di Platea. Negli anni seguenti Aristide raggiunse il culmine della sua ascesa politica; riuscì a far prevalere una linea di concordia filospartana e di lotta a oltranza contro la Persia: in questo periodo, sotto la sua direzione, venne elaborata la Lega Delio-Attica nell'ambito della quale fu, per la sua probità, incaricato di fissare e conservare il contributo che ciascun alleato doveva versare alla cassa federale.

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