Alberti, Rafael

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poeta spagnolo (Puerto de Santa Maria, Cadice, 1902-1999). È uno dei principali esponenti della Generazione del '27 e uno dei maggiori lirici del Novecento ispanico. Dopo aver esordito come pittore, nel 1925 ottenne il Premio Nacional de Literatura (assegnatogli da una giuria di cui facevano parte A. Machado, G. Miró e M. Menéndez Pidal), per la raccolta poetica Marinero en tierra (1924; Marinaio a terra), che si riallaccia sia alla tradizione popolare andalusa sia a quella colta dei canzonieri del sec. XVI. A questa prima opera, presentata da Juan Ramón Jiménez, seguirono La amante (1925; L'amante) e El alba del alhelí (1927; L'alba della violacciocca), poesia colorita e spontanea; Cal y canto (1927; Calce e canto), in cui è evidente l'influenza di Góngora; e Sobre los ángeles (1928; Sugli angeli), poema morale surrealista. La partecipazione di Alberti alle lotte per la repubblica (1931) e, più tardi, alla guerra civile, trasformò in parte la sua poesia che da allora accolse temi politici e sociali, come in El poeta en la calle (1936; Il poeta nella strada), De un momento a otro (1936; Da un momento all'altro), Capital de la gloria (1937; Capitale della gloria), Romancero de la guerra civil (1937-38; Romanzo della guerra civile). L'esilio, a cui Alberti fu costretto dal trionfo di Franco, conferisce accenti di tenera e toccante elegia alle liriche scritte dopo il 1939: Entre el clavel y la espada (1940; Fra il garofano e la spada); Pleamar (1944; Alta marea); Retorno de lo vivo lejano (1952; Ritorno della vita lontana); Ora maritima (1953; Riva marittima); Baladas y canciones del Paraná (1953; Ballate e canzoni del Paraná); Sonetos romanos (1965; Sonetti romani). Tra le opere teatrali ricordiamo: El hombre deshabitado (1931; L'uomo disabitato), surrealista; El adefesio (trad. it. Lo spauracchio, 1946), forse l'opera migliore; El trébol florido (1946; Il trifoglio fiorito); La lozana andalusa (1946; La bella andalusa), riuscito adattamento del romanzo picaresco di Francisco Delicado. A Roma, dov'è vissuto dal 1963 al 1977, ha composto, oltre a Sonetos romanos, diverse altre opere di poesia, fra cui Roma, peligro para caminantes (1968; Roma, pericolo per i viandanti), di acre spirito satirico, e Canciones del alto valle del Aniene (1972; Canzoni dell'alta valle dell'Aniene), più musicalmente liriche. Inoltre ha esposto molte “liricografie”, disegni a colori di raffinata sensibilità, che documentano il ritorno del poeta al suo “primo amore”, la pittura. Rimpatriato nel 1977, è stato eletto deputato alla Costituente per il Partito comunista, ma si è dimesso per dedicarsi esclusivamente alla poesia. Nel 1983 gli è stato assegnato il prestigioso premio letterario spagnolo Cervantes. In seguito ha pubblicato la seconda parte delle sue memorie (La arboleda perdida, libri 3° e 4°, 1988; Viale senza fine) e altre brevi raccolte di poesie, fra cui Golfo de sombras (1988; Golfo d'ombre) e Altair (1989), oltre alle riedizioni di opere liriche e drammatiche già note. Dopo aver ricevuto il Premio Roma di letteratura (1991) e pubblicato nel 1992 I trentanove anni di Ernesto Che Guevara, Alberti si è impegnato a riordinare le proprie memorie, pubblicando il quinto libro di La arboleda perdida (1996), che raccoglie le collaborazioni apparse sul quotidiano El País dal 1988 al 1992 e vari testi inediti autobiografici. Nel 1995 ha firmato con María Asunción Mateo il volume Canción de canciones, nutrita antologia di poemi d'amore selezionati dalla letteratura spagnola di tutti i tempi. Ogni anno, presso la Fondazione Rafael Alberti di Puerto de Santa María, ha presieduto all'assegnazione del premio poesia che dal 1985 viene conferito in suo onore.

Bibliografia

S. Salinas de Marichal, El mundo poético de Rafael Alberti, Madrid, 1968; Autori Vari, Rafael Alberti, Coll. “El escritor y la crítica”, Madrid, 1975; C. Giardini, Pablo e Rafael, Roma, 1988; M. A. Mateo, Antología comentada de R. Alberti, Madrid, 1990.

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