Albanése, Antònio
attore e regista cinematografico italiano (Lecco 1964). Dopo la scuola d'Arte Drammatica di Milano, ha esordito con il teatro più tradizionale (Le tre sorelle di Čechov, Il calapranzi di Pinter, il Caligola di Camus), prima di sviluppare in alcuni monologhi la sua particolare vena comica, che lega l'osservazione sociologica a un personale surrealismo poetico. Da lì alla televisione e poi al grande schermo il passo è stato breve. La sua duttilità gli ha permesso di lavorare sia in ruoli serissimi – Vesna va veloce (1996) e La lingua del santo (2000) di C. Mazzacurati, Tu ridi (1998) dei fratelli Taviani – sia in quelli più legati alla sua popolarità: Uomo d’acqua dolce (1997), La fame e la sete (1999), Il nostro matrimonio è in crisi (2002), che ha anche personalmente diretto e che in qualche modo riprendono caratteri da lui costruiti per il teatro. Nel 2003 è tornato a lavorare per la televisione, con un programma intitolato Non c'è problema e ha interpretato È già ieri di G. Manfredonia. Nel 2005 ha interpretato La seconda notte di nozze di P. Avati mentre nel 2007 Manuale d'amore 2 di Giovanni Veronesi e Giorni e nuvole di S. Soldini. Dopo la bella interpretazione in Questione di cuore (2009) di F. Archibugi, Albanese nel 2011 porta sul grande schermo uno dei suoi personaggi comici più riusciti in Qualunquemente, Tutto tutto niente niente (2012) e Cetto c'è, senzadubbiamente (2019) - diretti da G. Manfredonia. Nel 2013 è diretto da Gianni Amelio in L'intrepido e nel 2014 da Carlo Mazzacurati in La sedia della felicità. I suoi ultimi due film da regista sono Contromano (2018) e Cento domeniche (2023).