Aksum o Axum
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Cittadina (17.753 ab. nel 1984) dell'Etiopiasettentrionale, nella regione del Tigrè, 15 km a W di Adua. Situata a 2125 m sul versante meridionale dei monti Licanos e Zohodò, sulla rotabile Addis Abeba-Asmara, è un importante mercato di prodotti agricoli e dell'allevamento (cereali, caffè, pelli) con un fiorente artigianato (tessuti, cuoi, metalli preziosi). È il massimo centro copto del Paese.
Storia
Nel sec. I d. C. appare per la prima volta un regno con questo nome. Esso esisteva probabilmente già in epoca precedente e la sua origine si fa risalire alle comunità semitiche che, emigrate dall'Arabia sull'altopiano etiopico intorno ai sec. VI-V a. C., avevano costituito piccole entità politiche. Il regno di Aksum, che comprendeva originariamente l'odierna Eritrea, parte del Tigrè e la vallata del Barca, subì un processo di ellenizzazione da parte delle collettività greco-egiziane, installatesi nei vari centri costieri del Mar Rosso all'epoca dei Tolomei, e assurse a grande potenza nei primi secoli dell'era cristiana. Dopo aver distrutto, verso il 350 d. C., sotto Ezānā I, il regno di Meroë, risultò essere, alla fine del sec. IV d. C., una delle massime potenze; i suoi sovrani battevano monete auree e intrattenevano relazioni commerciali dall'Egitto all'India. I contatti con il mondo mediterraneo e l'attività commerciale avevano frattanto favorito il diffondersi del cristianesimo, che dopo la conversione di Ezānā divenne la religione della dinastia. Nel sec. VI il negus Kaleb, col pretesto di vendicare i cristiani uccisi dal sovrano locale, inviò una spedizione nello Yemen e conquistò la regione (525), riaffermando una politica di espansione verso l'Arabia dove il dominio axumita si mantenne fino al 570 ca. quando le vittorie persiane, cui seguì più tardi la diffusione dell'Islam, isolarono Aksum dal resto del mondo. Il suo centro di azione si spostò allora verso S dando origine alla nascita dell'impero etiopico.
Archeologia
I resti archeologici di Aksum comprendono: caratteristici basamenti di edifici civili e religiosi, composti di un podio a gradini, di una scalinata di accesso e di un perimetro murario, la cui elevazione è andata perduta a causa della tecnica di alternare parti in muratura con travi di legno; ipogei monumentali, forse tombe, sia del periodo precristiano sia di quello successivo all'introduzione del cristianesimo (metà del sec. IV d. C.). Fra i monumenti più noti e significativi sono i cosiddetti “troni” e le stele di pietra. Queste ultime, dette anche “obelischi”, notevoli per il numero e le varietà di forme, erano probabili monumenti funerari o celebrativi. I “troni” consistono in massicce lastre litiche lavorate su cui poggiano blocchi minori fungenti da seggi; essi, data l'arcaica tecnica di lavorazione, sono attribuibili al periodo paleoetiopico più antico. Restano ancora scalinate nella roccia e sono state reperite statuette e monete di probabile origine indiana, degli inizi della nostra era. Del periodo medievale rimangono ad Aksum alcune chiese in muratura, come le chiese di Syon e di Abbá Liqānòs.