Agamènnone
(greco Agamémnon), mitico re di Argo. Figlio di Atreo e fratello di Menelao, alla morte del padre dovette rifugiarsi presso Tindareo, re di Sparta, e ne sposò la figlia Clitennestra. Con l'aiuto del suocero riconquistò Micene, caduta in mano all'usurpatore Egisto, ed estese i suoi domini, assumendo una posizione egemone fra i principi greci. Per questo motivo fu scelto come capo della spedizione greca contro Troia e per propiziarsi gli dei non esitò a consentire al sacrificio della figlia Ifigenia. § Nell'IliadeOmero lo presenta altero e responsabile principale dell'offesa fatta ad Achille e delle cocenti sconfitte subite dai Greci; nell'Odissea già si accenna alle sventure che lo colsero al suo ritorno in patria e che vennero poi sviluppate nelle Ciprie e nell'Orestea di Stesicoro. Tuttavia è nell'Agamennone di Eschilo (prima opera della trilogia dell'Orestea) che queste trovarono la loro più alta rappresentazione: il re viene ucciso dalla moglie Clitennestra, che non sa perdonargli di aver sacrificato la figlia Ifigenia. Ma anche Egisto, amante di Clitennestra, partecipa all'assassinio per vendicare i delitti commessi da Atreo, padre di Agamennone, contro il proprio padre Tieste. Agamennone è così vittima di una catena di stragi e di sventure che si abbattono sulla sua casa. La contraddittoria figura di Agamennone fu ripresa anche nella letteratura latina da Lucio Anneo Seneca nell'omonima tragedia.