Achille, Pittóre di-
Redazione De Agostini
ceramografo attico (metà sec. V a. C.). È così chiamato da un'anfora da Vulci, oggi ai Musei Vaticani, con le figure di Achille e di Briseide. Gli si possono attribuire oltre 180 vasi, tra cui soprattutto numerose le lḗkythoi funerarie. È uno degli artisti più significativi della sua epoca, soprattutto per le opere della maturità che risentono l'influenza della scultura a lui contemporanea e in cui le figure, generalmente isolate, raggiungono, in una felice sintesi di particolari, una rara maestosità e serenità di espressione.