Abrabanèl o Abarbanèl
illustre famiglia ebrea che ebbe spicco nella storia della Penisola Iberica e, dopo la diaspora del 1492, in Italia. Per la loro abilità di finanzieri e commercianti e per il loro talento letterario, gli Abrabanel seppero accattivarsi la stima e la fiducia dei sovrani presso cui prestarono la loro opera fino al punto di potere assumere, talora, il ruolo di paladini dei diritti delle comunità ebraiche. Isacco, filosofo, apologeta, esegeta e uomo politico (Lisbona 1437-Venezia 1508). Ministro delle Finanze di Alfonso V del Portogallo e di Ferdinando II d'Aragona, si trasferì in Italia dopo la diaspora; qui fu consigliere di Ferdinando I e Alfonso II di Napoli e più tardi (1503) ricoprì cariche pubbliche a Venezia. Lasciò un notevole commento alla Bibbia e, tra le opere filosofico-religiose, Il principio della Fede. I due fratelli di Isacco, Giuseppe e Giacomo, esercitarono importanti attività finanziarie ed ebbero notevole influenza politica nel Regno di Napoli. A Giacomo, capo della comunità ebraica, riuscì di ottenere eccezioni per la sua e altre 200 famiglie ebree contro l'atto di espulsione dal regno del 1510, cui fece seguito, nel 1520, la reintegrazione nel Paese di tutte le comunità. Tra i figli di Isacco si distinsero Giuda (vedi Leone Ebreo) e Samuele (Lisbona 1473-Ferrara 1547). Questi, munifico, liberale, capace amministratore, interessato alla cultura, dopo esser riuscito a garantire in Napoli un rapporto di tolleranza favorevole alla comunità ebraica, non riuscì a superare la crisi del 1541 conclusasi con l'espulsione degli Ebrei. Non gli mancò favorevole accoglienza, nell'amaro esilio, presso il duca di Ferrara e trovò nel figlio Giacomo il continuatore della civile e alta tradizione familiare. Giacomo, divenuto curatore degli interessi del duca Cosimo I, a Ferrara, seppe ottenere validi privilegi per le comunità ebraiche in Toscana e, da lui patrocinati, vennero avviati intensi rapporti commerciali con il Levante, di cui a lungo si giovò l'economia toscana, specie di Livorno, Pisa e Firenze stessa.