Aśoka

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terzo re della dinastia indiana dei Maurya (regnò dal 274 al 232 a. C.). Figlio di Bindusāra, salì al trono dopo varie dispute, ereditando un impero esteso a quasi tutta l'India. La sua unica guerra di conquista, quella contro il Regno di Kalinga (Orissa), si concluse con una tal strage di nemici, da gettarlo in una profonda crisi religiosa. Divenuto buddhista fu per qualche tempo uditore e forse anche monaco e improntò tutta la sua azione di uomo di Stato e legislatore alla diffusione del buddhismo e della ahiṁsā (non violenza) verso tutte le creature, secondo i dettami del Buddha. La leggenda lo vuole promotore del Concilio di Pāṭaliputra, con cui il buddhismo, da religione strettamente monastica, cominciò ad aprirsi al laicato e a operare su una più vasta sfera d'azione, e di varie missioni religiose anche fuori dell'India (pare mandasse inviati fin nel Mediterraneo). L'opera e le leggi di A. sono documentate in una serie di iscrizioni rupestri e su pilastri, sparse in tutta l'India. Ci sono pervenute anche iscrizioni in greco: sono la traduzione di editti con cui il re cercava di diffondere i precetti del buddhismo. Il primo editto in greco, trovato a Kandahar nell'Afghanistan, è un'iscrizione bilingue, greca e aramaica, rinvenuta nel 1958; nel 1963 a questo ritrovamento ha fatto seguito quello di un'altra iscrizione, scritta però solo in greco.

M. Edwardes, Storia dell'India dalle origini ai giorni nostri, Bari, 1966; P. Spear, Storia dell'India, Milano, 1970.

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