óra (sostantivo)
IndiceLessico
sf. [sec. XIV; latino hora].
1) Unità di misura di tempo (simbolo h), pari alla ventiquattresima parte del giorno; è suddivisa in 60 minuti primi e in 3600 minuti secondi. Secondo che sia riferita al giorno siderale, o al giorno solare vero, o al giorno solare medio, si ha rispettivamente l'ora siderea, l'ora solare vera, l'ora solare media; in assenza di specificazione, si intende riferita al giorno solare medio. In particolare: ora civile, il tempo medio del meridiano centrale del fuso orario in cui si trova la località considerata; ora locale, l'intervallo di tempo contato a partire dalla mezzanotte media del luogo considerato; ora legale, quella adottata da molti Stati nel periodo estivo al fine di ottenere un miglior utilizzo della luce solare, per esempio, nell'economizzazione di energia elettrica; ora ufficiale, quella adottata da ciascuno Stato nel suo territorio, o, nel caso questo sia molto esteso, in uno o più fusi orari di esso. Normalmente le varie ore della giornata vengono designate, partendo dalla mezzanotte, con un numero progressivo da 1 a 24 e nell'uso com. da 1 a 12, ripetendo due volte la numerazione:le ore del giorno, della notte; le ore mattutine, pomeridiane, serali. Nelle determinazioni di tempo la parola è per lo più sottintesa: è l'una; sono le nove; mi alzo alle sette e venti (minuti); le due e tre quarti (o le tre meno un quarto); specificando: le otto di mattina; le due di notte; le dieci di sera o le ventidue; le ore piccole, le prime dopo la mezzanotte; fare le ore piccole, restare alzati fino a tarda notte.
2) Spazio di tempo corrispondente a tale unità, prescindendo dal momento di inizio: le lezioni durano un'ora ciascuna; ho camminato per due ore; le ore di lavoro o le ore lavorative, quelle impiegate giornalmente nel lavoro; pagare, essere pagato a ora, in ragione della quantità temporale di lavoro prestato. In senso più generico: le ore volano;ora per ora, continuamente, assiduamente; iperb.: è un'ora che ti aspetto, molto tempo.
3) Periodo della giornata, momento, istante particolare, definito per lo più da un determinato avvenimento o da apposito strumento: l'ora dell'alba, del tramonto; che ora è? (o che ore sono?); a che ora ci vediamo?; l'ora d'inizio è fissata per le otto; telefonami all'ora di pranzo;ora di punta, quelle in cui si svolge il maggior traffico in città; buon'ora, vedi buonora; ore canoniche.
4) Periodo, momento di tempo in genere, non legato al corso della singola giornata: ora X, ora zero, il momento in cui ha inizio un'operazione bellica, un'impresa spaziale e simili. In particolare, momento opportuno: non è questa l'ora di uscire; è ora di finirla; è venuta la sua ora, il suo turno, o il momento di morire; i fatti dell'ultima ora, quelli appena accaduti; non vedere l'ora, attendere qualche cosa che si desidera con ansia e impazienza; era ora!, finalmente! (cioè, è accaduto quanto doveva accadere).
5) Per estensione, spazio di tempo più o meno lungo: ore liete e ore tristi; ricordo con piacere le ore trascorse con voi. Familiare: passare un brutto quarto d'ora, un momento difficile o rischioso.
6) Unità di misura angolare (simbolo h posto a esponente) pari alla ventiquattresima parte di angolo giro, cioè 15 gradi; nella misura della longitudine ci si riferisce spesso all'ora come unità di misura angolare.
7) In geofisica, ora di porto, lo stesso che stabilimento di porto.
Religione
Nella liturgia, ore canoniche, quelle stabilite per la recitazione e il canto dell'Uffizio divino (vedi breviario e liturgia delle ore); in particolare si dicono ore minori la terza (mattino inoltrato), la sesta (mezzogiorno) e la nona (primo pomeriggio). Ora santa, pratica di pietà connessa con la devozione al Sacro Cuore di Gesù, consistente in un'ora di preghiera dedicata alla memoria dell'agonia di Gesù nel Getsemani. Istituita da Maria Margherita Alacoque (sec. XVII), ebbe grande diffusione soprattutto a opera della confraternita dell'Ora Santa.