I tipi di vulcano
In base alle caratteristiche delle loro eruzioni, i vulcani sono classificati in quattro tipi principali: hawaiano, stromboliano, vulcaniano e peleano (tab. 14.1). Questa classificazione, proposta dal geologo francese A. Lacroix (1867-1948), pone a un estremo i vulcani che si caratterizzano per eruzioni di tipo effusivo (vulcani di tipo hawaiano) e all'altro quelli le cui eruzioni sono di tipo esplosivo (vulcani di tipo peleano); altri tipi di vulcani presentano eruzioni con caratteristiche intermedie, che, tuttavia, non sempre si prestano a una classificazione netta.
Vulcani di tipo hawaiano
Rappresentanti di questo tipo sono i vulcani delle isole Hawaii, caratterizzati da tranquille effusioni di lave, senza forti scosse o esplosioni. Fuoriuscendo dai condotti, le lave, molto fluide, sono in grado di scorrere per chilometri in larghe colate, anche di modesto spessore, sui fianchi dei vulcani, che risultano perciò molto estesi, arrotondati e con versanti poco inclinati, tanto da essere chiamati vulcani a scudo, per le grandi dimensioni della loro base. I gas contenuti nella lava vengono liberati in modo tranquillo, prima che essa solidifichi e si fermi, per cui la superficie della colata lavica si presenta liscia, ricoperta da un sottile strato di vetro vulcanico e prende il nome di pahoehoe (termine che in hawaiano significa "dove si può camminare a piedi nudi").
Vulcani di tipo stromboliano
Così chiamati dal vulcano Stromboli, nelle isole Eolie, emettono magma discretamente fluido, che cristallizza in parte durante la risalita nei condotti, e l'attività vulcanica si riduce al lancio di frammenti di lava semiconsolidati, detti proietti vulcanici. Le eruzioni di tipo stromboliano sono moderatamente e regolarmente esplosive e il "tappo" di lava solidificata che si può formare all'interno del condotto vulcanico viene continuamente rimosso senza grosse deflagrazioni; esse si contraddistinguono, inoltre, per l'alternanza irregolare, anche in una stessa eruzione, di effusioni laviche e di lancio di proietti, che origina edifici vulcanici, chiamati strato-vulcani, caratterizzati appunto dalla stratificazione di colate laviche solidificate e materiali piroclastici.
Vulcani di tipo vulcaniano
Il nome deriva dall'isola di Vulcano, nelle Eolie. Questi vulcani producono eruzioni esplosive molto violente, che possono arrivare a distruggere lo stesso cono da cui si sviluppano. Le emissioni sono costituite da lave molto viscose, ricche di grandi quantità di gas. Nei periodi di quiescenza fra un'eruzione e l'altra, la lava solidifica, formando una specie di "tappo" che ostruisce il condotto: ciò porta a un aumento della pressione dei gas e a violente esplosioni durante l'eruzione successiva, con emissione di scorie solide derivanti dalla rottura del "tappo" di lava; inoltre, si originano enormi nubi a forma di fungo, ricche di ceneri.
Vulcani di tipo peleano
Il nome deriva dal vulcano Pelée, in Martinica, protagonista di una violentissima eruzione nel 1902. Nei vulcani peleani, l'eruzione vera e propria, di tipo esplosivo, avviene in senso orizzontale, al di sotto di un "tappo" formatosi per solidificazione, nel condotto vulcanico, di un magma molto acido e dunque estremamente viscoso. Talvolta il magma è così viscoso che forma all'interno del condotto una sorta di "spina" solida, che viene lentamente spinta fuori e origina delle protrusioni solide che possono emergere dal cratere per parecchi metri.
Nel 1902 il condotto del vulcano Pelée era ostruito da un grande tappo di lava solidificata, che fu estruso sotto forma di un'alta colonna di roccia, dalla cui base uscì una nube ardente, che rotolò lungo i versanti del vulcano e rase al suolo la città di St. Pierre.
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