Perché soffriamo il solletico?
Robert Provine professore di psicologia e neuroscienze dell’università del Maryland ipotizza che , nell’uomo come in alcuni primati, il solletico rappresenti un metodo educativo atavico utilizzato dai genitori per insegnare ai piccoli a difendersi.
Le parti del corpo maggiormente soggette infatti sono le ascelle, il ventre, il collo e i piedi, che sono anche le più vulnerabili in combattimento: il solletico, innescando movimenti e reazioni involontari, allenerebbe i riflessi e attiverebbe efficaci meccanismi di autodifesa.
Con il sopraggiungere dell’età adulta, quando ormai sappiamo badare a noi stessi, il solletico perde di efficacia: le risate che in genere si scatenano con il solletico non sarebbero che una reazione psicologica all’accumulo di tensione nervosa.
L’effetto sorpresa è fondamentale, tanto che non ci si può fare il solletico da soli. Se ce lo aspettiamo, semplicemente, non funziona. In conclusione, le risate sarebbero frutto di una reazione psicologica più che fisiologica.
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