Cos’è l’aurora boreale?

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Pochi altri eventi del cielo possono incantare gli spettatori come l’aurora boreale o australe, chiamate anche aurore polari. L’aurora boreale prende il nome dalla dea romana dell’alba, Aurora, e dal vento del nord, Borea, e fu Pierre Gassendi nel 1621 a darglielo.

Questa si forma a grandi altezze (circa 80-200 chilometri) atmosferiche, dove gli atomi e le molecole caricate elettricamente vengono spinti contro il campo magnetico terrestre a grande velocità dalle radiazioni solari più intense, e rilasciano energia creando magiche e flessuose evoluzioni di luce nel cielo.

L’aurora appare sia come un bagliore diffuso, sia come una tenda di luce allungata orizzontalmente e talvolta si formano archi che cambiano continuamente forma. Ogni tenda è costituita da molti raggi paralleli, allineati con la direzione delle linee di campo magnetico, il che suggerisce che sul nostro pianeta il fenomeno è allineato con il campo magnetico terrestre. La magnetosfera è un ostacolo per i venti solari molto forti (3-100 km/s), ed la loro deviazione a dare vita al fenomeno dell’aurora, le cui sfumature miscelate di colori rosso, marrone, verde e blu sono dovute per lo più alle emissioni degli atomi accelerati dei componenti principali dell’aria, ovvero azoto e ossigeno.

In caso di attività solare intensa potremmo riuscire a vedere le aurore anche alle nostre latitudini, ma è preferibile osservare questo fenomeno nei paesi più vicini ai due poli. I mesi migliori per godere delle aurore più belle sono quelli più freddi dell’anno, quando il cielo è più scuro, cioè gennaio e febbraio.