Chi è Florence Nightingale, la prima infermiera moderna

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Dotata di una fervente vocazione professionale, carattere forte e determinato, rivoluzionaria: la storia di Florence Nightingale, l'infermiera che fondò le basi delle scienze infermieristiche.

Conosciuta anche come "la signora con la lanterna", Florence Nightingale è considerata la prima infermiera moderna. Il suo merito sta nell'esser stata una pioniera dell'applicazione del metodo scientifico attraverso l'uso della statistica. Inoltre, ha collaborato alla migliore organizzazione degli ospedali da campo. Nel suo libro L'infermiera inglese, Masolino D'Amico l'ha definita una donna con «un carattere di ferro, dispotico, "un rullo compressore"».

Perché la Giornata Internazionale degli infermieri è il 12 maggio

L'importanza della figura di Florence Nightingale nella storia della sua professione è talmente importante che si fa coincidere la Giornata Internazionale degli infermieri con l'anniversario della sua data di nascita, cioè il 12 maggio. 

Florence Nightingale nacque nel 1820, a Firenze, in una famiglia molto benestante. Il suo nome fu un omaggio alla città che le diede i natali. Per la stessa ragione, la sorella maggiore fu chiamata Parthenope perché nata a Napoli.

Florence Nightingale: l’infanzia nell’élite borghese britannica

La famiglia Nightingale, parte dell'élite borghese britannica, viveva nel Buckinghamshire. Il padre, William Edward Nightingale, nato Shore, fu un pioniere dell'epidemiologia. Diede alle figlie con un’istruzione molto più approfondita di quella di prassi per le ragazze dell’epoca. Insegnò loro le lingue e le materie umanistiche, ma soprattutto la matematica. In uno dei suoi lavori, Nightingale scrisse: «Per capire il pensiero di Dio, dobbiamo studiare statistica».

Insieme con la sua famiglia, Florence Nightingale coltivava una profonda fede cristiana, fattore che fu all'origine della sua fervente vocazione professionale.

La vocazione da infermiera

Infatti, ispirata da quella che considerava una chiamata divina, sperimentata a partire dal 7 febbraio 1837, nel 1845 annunciò alla famiglia di volersi dedicare all'assistenza e cura dei più poveri e bisognosi. La famiglia si oppose: fra tutti, con più veemenza, a farsi sentire fu la madre, Frances "Fanny" Smith. Ma Florence non si lasciò intimorire, mettendo in luce un carattere molto forte e determinato, ribellandosi ai ruoli che la società si aspettava rivestisse, cioè quelli di moglie e madre. 

Proprio per questo, nel 1851, a 17 anni, rifiutò la lunghissima corte di Richard Monckton Milnes, politico e poeta, contravvenendo ancora alla volontà della madre. Ma quello che poi sarebbe diventato Lord Houghton, fu anche il suo più grande sostenitore.

A quel tempo la professione di infermiera non era molto prestigiosa: era equiparata a quella di cuoche e vivandiere. A questo e alle condizioni operative della professione Florence Nightingale dedicò molte riflessioni, riconoscendo le carenze nel modo in cui veniva esercitato il mestiere di infermiera. Nel 1850 condensò le sue osservazioni e le sue teorie in un libro, Suggestions for Thought to Searchers after Religious Truth, rimasto inedito fino al 1928.

Guerra in Crimea: The Lady with the Lamp

Tra il 1845 e il 1853, con il benestare della famiglia, Florence Nightingale trascorse un periodo di formazione in un ospedale a Kaiserwerth, in Germania. Viaggiò in Europa e riuscì a conquistare l'indipendenza economica grazie al suo lavoro da sovrintendente in un ospedale per donne invalide di Londra. 

L'incontro con Sidney Herbert le cambiò la vita. Il politico, ai tempi ministro della Guerra, le proposte di sovrintendere a 34 infermiere da mandare in missione in Crimea, dove l'esercito britannico era impegnato contro quello russo, con grandi difficoltà. 

Per Florence Nightingale era l'offerta della vita. Partì per l'ospedale da campo a Scutari, sul versante asiatico del Bosforo, in Turchia, dove trovò una situazione disastrosa. Basti pensare che tutto il nosocomio era stato costruito su un enorme letamaio, che contaminava l'acqua e rendeva l'aria irrespirabile. I malati giacevano tra topi, insetti e lerciume. Nightingale collegò le morti alla scarsa pulizia, che contaminava anche attrezzi medici e cibo. Inoltre, molti soldati venivano  mandati al fronte anche se non completamente guariti. 

Fu qui che nacque il suo soprannome, la "ragazza con la lampada". Infatti, Nightingale riorganizzò l'ospedale, ne ripristinò la pulizia e vegliò personalmente su ogni singolo paziente giorno e notte. Sei mesi dopo il suo arrivo il governo britannico sistemò il sistema fognario e di ventilazione, inviando una commissione sanitaria che certificò i progressi impressi dal metodo Nightingale.

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Anthony Baggett/123RF

Le onorificenze e i riconoscimenti

Quella esperienza portò l'infermiera a scrivere un documento di più di 800 pagine, focalizzato sulla centralità della qualità della vita dei pazienti ricoverati. Inventò una serie di servizi, come quello di cucina per i pazienti con particolari esigenze alimentari, o quello di lavanderia. Installò delle biblioteche per tenere i degenti mentalmente attivi. 

Al suo ritorno a Londra Florence Nightingale si accorse che il suo Paese la considerava un'eroina. La regina Vittoria le conferì un riconoscimento di 250 mila sterline. Fu l'inizio della sua collaborazione con la Commissione reale per la salute dell’esercito, dove dimostrò di essere all’altezza dei migliori statistici d’Inghilterra. Inventò un suo diagramma, il Nightingale rose diagram, con cui riuscì a trasferire in modo semplice il legame tra gli interventi sanitari e il tasso di mortalità nell’ospedale da campo.

Florence Nightingale ricevette moltissime onoreficenze. Nel 1883 fu insignita dell’Ordine della Croce Rossa Reale, per meriti eccezionali di assistenza infermieristica militare. Nel 1904 il riconoscimento giunse dall’Ordine di San Giovanni e nel 1907 fu la prima donna a ricevere l’Ordine al merito. Ricevette anche le Chiavi della Città di Londra, un pubblico riconoscimento riservato a personalità illustri della città. Morì a novant’anni, cieca e affetta da demenza senile.

Nel 2020 si è celebrato il bicentenario della sua nascita. Il fulcro dei festeggiamenti (tenuti in rete) sono stati i due musei a lei dedicati nel Regno Unito. Uno è allestito nella casa di famiglia della sorella, Claydon House, nel Buckinghamshire. L'altro, il più celebre Florence Nightingale Museum, si trova al St Thomas' Hospital di Londra, che con una collezione di oltre 3 mila cimeli e documenti (dalla celebre lampada, alla scrivania e la sua copia personale di Oliver Twist) rappresenta la più ampia raccolta di materiale sulla "dama della lampada".

Gli amori perduti di Florence, l’infermiera che non si sposò mai

Florence Nightingale soffrì per tutta la vita di brucellosi, una malattia infettiva che aveva contratto in Crimea. Soffrì anche di depressione. Non si sposò mai. Dopo la proposta di matrimonio rifiutata, fu corteggiata da altri uomini, come l’accademico Benjamin Jowett. L'amicizia maschile non le dispiaceva, ma veniva sempre lasciata a livello platonico e professionale, come quella con il politico Sidney Herbert. Alcuni suoi allievi riferirono che Florence Nightingale fosse morta casta: una circostanza probabile dato il suo riferimento alla professione di infermiera come a una vocazione religiosa.

Florence nel cinema: i film sulla sua vita

Il personaggio di Florence Nightingale è stato più volte raccontato sul grande e piccolo schermo. Tra i film più famosi ci sono L'angelo bianco di William Dieterle (1936), The Lady with the Lamp di Herbert Wilcox (1951), Florence Nightingale di Daryl Duke (1985). Moltissime anche le citazioni in serie tv e cartoni animati, come quella ne I Simpson, episodio 13 del 2013 nella XXV Stagione, intitolato "L'uomo che cresceva troppo", e in Victoria.

Frasi celebri di Florence Nightingale

Florence Nightingale ha scritto diversi saggi e tenuto diversi discorsi, lasciando dietro di sé intense riflessioni sul mestiere di infermiera, da lei interpretato come una missione spirituale. 

  • «Il primo requisito di un ospedale dovrebbe essere quello di non far del male ai propri pazienti».
  • «L’assistenza infermieristica è un’arte; e se deve essere realizzata come un’arte, richiede una devozione totale e una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore».
  • «Apprensione, incertezza, attesa, aspettative, paura delle novità, fanno a un paziente più male di ogni fatica».
  • «Per ottenere la felicità, dovremmo accertarci di non restare mai senza un obiettivo importante»

 

Stefania Leo