Breccia di Porta Pia, 150 anni dalla presa di Roma: cosa successe e come si festeggerà
Rimandati al 2021 i festeggiamenti in grande stile previsti causa coronavirus ed elezioni. La Storia, però, non si dimentica.
Era il 20 settembre del 1950 quando, con l’ingresso dei bersaglieri, Roma fu finalmente unita all’Italia, e a distanza di 150 anni il Paese si prepara a festeggiare la ricorrenza, una delle più importanti del Risorgimento e della storia d’Italia, in sordina.
A causa dell’emergenza coronavirus e delle elezioni - previste il 20 e 21 settembre - quest’anno i festeggiamenti, inizialmente previsti in grande, saranno in sordina. Gli italiani non dimenticano, però, un momento storico così significativo, di profonda rivoluzione che portò, l’anno successivo, allo spostamento dalle capitale d’Italia da Firenze a Roma.
Breccia di Porta Pia e presa di Roma: cosa accadde quel giorno
Il 20 settembre del 1870, entrando a Roma attraverso una breccia in Porta Pia, i bersaglieri posero fine al potere temporale del papato, e il Regno d’Italia conquistò Roma, facendone poi la capitale. I bersaglieri sconfissero gli zuavi pontifici e, così come accadde al re sabaudo Vittorio Emanuele II, definito “l’usurpatore delle province ecclesiastiche”, furono scomunicati da Papa Pio IX, autore del Sillabo.
Il Sillabo era un lungo elenco di proposizioni condannate dalla Chiesa per opporsi al progresso e alla modernità, oltre che alle correnti che si erano sviluppate negli anni precedenti e che mettevano in discussione il potere supremo ed egemonico della Chiesa per rimetterlo nelle mani di uno Stato.
“Ore 10. Forzata la Porta Pia e la breccia laterale aperta in quattro ore. Le colonne entrano con slancio, malgrado una vigorosa resistenza”: il 20 settembre del 1870 i bersaglieri italiani, guidati dal generale Raffaele Cadorna, comandante dell’esercito italiano, entrarono a Roma attraverso una breccia aperta nelle mura della città, all’altezza di Porta Pia. Il sottotenente Cocito del 12° bersaglieri fu il primo a superare la breccia e la resistenza degli zuavi, e con un messaggio a Cadorna annunciò formalmente che l’Unità d’Italia era completata.
Il 21 settembre, il giorno successivo alla presa di Roma, il generale Cadorna prese possesso della città e dal quartiere generala di Villa Patrizi ordinò che tutta Roma, con l’unica eccezione della Città Leonina, fosse evacuata dall'esercito pontificio e occupata dagli italiani. Le truppe pontificie avrebbero ricevuto l'onore delle armi e i volontari sarebbero tornati a casa. Il 27 settembre l’esercito italiano prese possesso anche di Castel Sant’Angelo, e da quel momento i possedimenti del Papa si limitarono al Vaticano, con Pio IX che decise di non riconoscere la sovranità italiana su Roma. Nella presa di Roma morirono 49 membri dell’esercito italiano, mentre l’esercito pontificio ne contò 19.
Breccia di Porta Pia e presa di Roma: quali furono le conseguenze
Con la presa di Roma, la città venne unita al Regno d’Italia e lo Stato Pontificio annesso, sancendo l’unità e “strappando” Roma anche alle influenze francesi: fu uno dei momenti più importanti del Risorgimento, realizzazione del discorso che Camillo Benso, conte di Cavour, fece in parlamento il 27 marzo 1861.
Breccia di Porta Pia, i festeggiamenti per il 150esimo anniversario
I festeggiamenti per il 150esimo anniversario della Presa di Roma erano programmati da tempo e prevedevano concerti in piazza, un’udienza speciale da Papa Francesco e una parata con 150mila alpini, artiglieri e ovviamente anche con i bersaglieri. Celebrazioni ridotte, causa coronavirus ed elezioni, che si tradurranno nella deposizione di una corona a Porta Pia alla presenza di un ristretto numero di militari e autorità (dovrebbe partecipare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma ancora nulla è stato deciso).
Ci sarà anche una breve visita al Museo Storico dei Bersaglieri, all’interno di Porta Pia, e l’annullamento di 4 francobolli celebrativi. I veri e propri festeggiamenti sono rimandati al 2021, quando verrà anche apposta una targa nel punto in cui i bersaglieri spararono per aprire la breccia.
Andrea Barsanti