zàra
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sf. [sec. XIII; dall'arabo zahr, dado].
1) Antico gioco d'azzardo con i dadi: “Quando si parte il gioco della zara,/ Colui che perde si riman dolente” (Dante, Purgatorio, VI, 1-2), diffusissimo nel Medioevo; si suppone che le giocate vincenti fossero quelle corrispondenti a un numero di punti, realizzati con il lancio di tre dadi, inferiore a 7 o superiore a 14, e che quindi le giocate perdenti, dette appunto zare, coincidessero con i numeri compresi tra 7 e 14; secondo alcuni le zare sarebbero state invece costituite dalle giocate inferiori a 4 e superiori a 7.
2) Anticamente, i punti realizzati in tale gioco e specialmente quelli perdenti; quindi, fig.: zara a chi tocca!, guai a chi perde, chi ha il danno se lo tenga.