vaginìte
sf. [sec. XIX; da vagina+-ite]. Infiammazione della vagina a decorso acuto o cronico. La vaginite desquamativa purulenta si manifesta con arrossamento e turgore della mucosa e con la formazione di essudato purulento; agenti eziologici possono essere il gonococco, il Bacterium coli, il Tricomonas vaginalis e alcuni funghi (Monilia, Leptothrix), agenti chimici o termici, stimoli meccanici prolungati. Delle vaginiti ulcerose alcune sono sostenute dal bacillo di Ducrey, ma le più gravi si riscontrano nel corso di malattie infettive generali (tifo, scarlattina, vaiolo ecc.) con la formazione di pseudomembrane aderenti che poi si ulcerano (vaginite pseudomembranosa). Le forme croniche possono conseguire a quelle acute o a modificazioni endocrine: sono caratterizzate dalla formazione, sulla superficie della mucosa, di piccoli rilievi (vaginite nodulare), strutture papillari (vaginite papillare), cisti (vaginite cistica); di frequente riscontro è la vaginite climaterica o senile, da diminuita funzionalità ovarica, caratterizzata da piccole emorragie per la facile formazione di erosioni e la fragilità dei vasi.Piuttosto frequente, specie nelle donne in gravidanza, è la vaginite da Candida, o candidosi.