telefèrica
sf. [sec. XX; da teleferico]. Particolare tipo di funicolare aerea studiato appositamente per il trasporto lungo funi di carichi, anche molto pesanti, quali i minerali di ferro. Le teleferiche sono stati i primi impianti a fune realizzati per trasportare rapidamente, anche a grande distanza, materiali non deperibili (minerali, pietrame, legname) da zone di montagna fino ai luoghi di deposito e smistamento situati in basso; oggi vengono utilizzate per trasportare in modo continuo grandi quantità di materiali diversi (minerali, calcare frantumato, carbone, cemento, granaglie ecc.) sia dai luoghi di produzione, sia dai porti fino ai centri di utilizzazione superando distanze (anche in piano), dislivelli e ostacoli notevoli. Costruttivamente simili alle funivie, possono essere del tipo monofune o bifune, di solito a moto unidirezionale continuo; rispetto alle funivie non hanno vincoli di massima altezza dal suolo e quindi il profilo della linea viene realizzato in modo indipendente dalla topografia del terreno, il che consente di superare zone impervie, fiumi e persino laghi; inoltre, la linea può svilupparsi per lunghezze di molti chilometri, nel qual caso viene spezzata in più tratte di 2-3 chilometri per gli impianti bifune edi 5-6 chilometri per quelli monofune. Dato il rilevante peso dei carichi trasportati, si rendono necessari idonei apparecchi di via per l'ancoraggio e la contrappesatura delle funi delle singole tratte, per il sostegno e la guida delle funi lungo il percorso, nonché di stazioni intermedie, sia motrici, sia di deviazione (nel caso di tracciati non rettilinei), dotate di opportuni dispositivi di guida dei veicoli da una tratta all'altra; i piloni di sostegno sono normalmente costituiti da robusti tralicci in carpenteria metallica, sui quali sono montati gli organi di sostegno e guida delle funi del tipo a “scarpa fissa” ad ampio raggio; i veicoli hanno forma generalmente a cassonetto, anche chiuso, ribaltabile o apribile dal basso, e sono sostenuti da un carrello rigido munito di pulegge a gola profonda per facilitarne il passaggio sulla scarpa; questo viene fissato alla fune mediante idonee e robuste morse di sicurezza che consentono l'aggancio e lo sgancio automatico dei cassonetti e il loro instradamento lungo le varie tratte e sulle travi di sosta per le operazioni di carico e scarico; un'apposita fune di sicurezza permette il “controllo di sagoma” dei veicoli, cioè del loro corretto assetto lungo la linea, mentre un dispositivo posto su ciascun sostegno ne verifica ogni eventuale posizione anomala, consentendo l'arresto automatico della tratta e l'immediato e rapido intervento della sorveglianza, fatto utilizzando veicoli automotore sulla stessa fune e/o se del caso anche elicotteri. La movimentazione dei cassonetti lungo l'intera linea, il loro instradamento sulle varie tratte anche deviate, nonché le operazioni di carico e scarico sono oggi totalmente automatizzate così da poter programmare il trasporto in funzione della quantità di materiali da smaltire, della velocità della fune traente e della durata delle varie operazioni.