stòrica, scuola-
scuola o indirizzo di pensiero e di studi, divaricata in due correnti, l'una giuridica l'altra economica, che fondavano le loro ricerche su basi essenzialmente storiche. § La corrente giuridica sorse in Germania fra la fine del sec. XVIII e l'inizio del XIX. Principio direttivo della scuola è l'affermazione che il diritto è l'espressione della coscienza popolare: fatto eminentemente storico, esso è in continua evoluzione e tanto nelle sue origini come in ogni sua mutazione obbedisce alla spontaneità e si lega intimamente alle peculiarità proprie di ogni popolo come pure alle sue vicende sociali e politiche. Niente quindi di eterno e immutabile nel diritto, nessun apriorismo razionale, ma solo un onesto rispecchiamento della “coscienza popolare”. In quest'opera formativa quasi nullo può essere l'intervento dello stato, mentre una funzione precipua esercita la “consuetudine”, fonte prima e quasi unica del diritto; allo stato è riservata invece la funzione di fedele interprete di questa “coscienza popolare” e di realizzatore delle esigenze da essa espresse. In tale prospettiva, si respinge ogni codificazione, perché cristallizzerebbe il processo evolutivo del diritto, sempre in atto. Organo ufficiale della scuola fu la rivista Zeitschrift für Rechtswissenschaft (Rivista per la scienza del diritto), fondata nel 1815 da F. K. Savigny, che ebbe come collaboratori K. F. Eichorn e J. F. L. Goeschen. Mentre Savigny rappresentava il legame del diritto germanico con quello romano, Eichorn rappresentava invece la tendenza germanista e si preoccupava di trarre dalla vasta mole dei documenti raccolti il senso della continuità e dell'unità della nazione tedesca. Alla “consuetudine” come elemento di formazione del diritto dedicò i suoi studi G. F. Puchta. Un vero stuolo di seguaci della scuola storica invase le università tedesche, ma la scuola si divise poi sull'“estraneità” o meno del diritto romano rispetto a quello tedesco e lo stesso spirito storicistico che l'aveva alimentata lasciò il posto a esigenze concettuali e sistematiche; lo storicismo informò invece altre scienze come quelle sociali, economiche e politiche. § La scuola economica sorse in Germania nella prima metà del sec. XIX a opera di A. H. Müller: fondata sul romanticismo economico e in aperto contrasto con la scuola classica inglese, al razionalismo illuministico oppone uno storicismo che si richiama alle tradizioni, alle credenze e ai sentimenti dei vari popoli quali determinanti del loro comportamento economico. In particolare sostiene l'intervento dello stato a correzione della libertà individuale, il protezionismo per salvaguardare le diverse economie dell'Europa continentale dal divario ormai manifesto con l'industria inglese, l'indagine economica svolta sui fatti particolari per definire leggi generali. Fautori di questo primo periodo della scuola storica furono W. G. F. Roscher, B. Hildebrand, K. Bücher, K. G. A. Knies. In un secondo periodo (seconda scuola storica), il metodo storicistico fu portato a una radicalizzazione che ridusse le scienze sociali ed economiche a semplice descrizione storica, mettendo in ombra anche gli indubbi meriti della scuola: indagine sulle relazioni fra fattori socio-culturali e sviluppo economico; individuazione dei processi cumulativi come causa dell'ingiusta distribuzione della ricchezza; ruolo dello stato nell'economia; nascita del gruppo “Socialisti della Cattedra”, promotori della legislazione sociale e della tutela del lavoratore. Influenze della scuola storica si notano negli Stati Uniti con l'istituzionalismo (T. Vebeln), negli economisti inglesi (E. T. Leslie, J. K. Ingram, W. J. Ashley) e italiani (L. Cossa, V. Cusumano, L. Luzzatti, G. Toniolo).