slàncio

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sm. [sec. XVIII; da slanciare].

1) Atto ed effetto dello slanciare, dello slanciarsi: lo slancio che l'atleta imprime al peso; con uno slancio improvviso si gettò in acqua; prendere lo slancio, prendere la rincorsa per balzare in avanti, anche fig. Nella loc. avverbiale di slancio, con un moto rapido e impetuoso, anche fig.: si è buttato di slancio in quell'impresa azzardata. In particolare, nel sollevamento pesi, una delle alzate olimpioniche e internazionali ammessa in tutte le gare; la sbarra viene posta davanti alle gambe dell'atleta il quale in un solo tempo deve sollevarla e portarla sopra la testa a braccia tese sia piegando le gambe sia allargandole; il peso dovrà inoltre essere mantenuto sopra il capo per almeno 2 s nella posizione finale di immobilità con braccia e gambe tese e con i piedi distanti fra loro non più di 40 cm.

2) Fig., moto istintivo dell'animo, impulso repentino: uno slancio di tenerezza, di altruismo, di dedizione; parlare, discutere con slancio, con foga, con animazione. Anche spinta, incremento: imprimere slancio al turismo, al commercio con l'estero.

3) Aspetto slanciato, snello, allungato verso l'alto: lo slancio delle cattedrali gotiche.

4) Parte dello scafo di nave o imbarcazione che si protende al di fuori della perpendicolare al galleggiamento nel punto in cui questo è intersecato dalla struttura di prora o di poppa

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