simpatìa
IndiceLessico
Sf. [sec. XVI; dal latino sympathīa, dal greco sympátheia, conformità nel sentire, da sýn, insieme, e páthos, sentimento].
1) Inclinazione naturale, attrazione istintiva verso persona che piace o verso cosa che soddisfa i nostri gusti, le nostre tendenze: avere, provare simpatia per qualcuno; conquistarsi, cattivarsi la simpatia di una persona; non ha mai dimostrato simpatia per i lavori manuali; andare a simpatia, a simpatie, giudicare con parzialità, secondo le inclinazioni e impressioni personali. In particolare, affinità sentimentale, intesa affettiva tra persone: tra i due è nata una certa simpatia; per ora è una semplice simpatia, niente di più.
2) Capacità connaturata di suscitare tale sentimento di attrazione: un tipo strambo, ma di una simpatia straordinaria; essere in simpatia a qualcuno, essergli simpatico.
3) In medicina, trasmissione di un processo patologico a un determinato organo o sistema da un altro apparato od organo di simile struttura; si riscontra con maggior frequenza negli organi o strutture pari (per esempio gli occhi).
4) Per analogia, fenomeno per cui in oggetti o situazioni non poste a contatto diretto si verificano per influsso reale o apparente analoghe reazioni: dopo la prima si è seccata per simpatia una seconda ortensia; ci sono delle sostanze che esplodono per simpatia.
Filosofia
La simpatia universale, che circola nelle cose e tra le persone, deriva dalla concezione del mondo come organismo vivente e animato, per cui tutte le cose si attraggono e si scambiano, permettendo all'unico essere che è in tutto di combinarsi variamente. Questo concetto nel pensiero classico è tipico dello stoicismo e della tradizione platonica in epoca ellenistica avanzata. Inoltre è fondamentale nella magia che ne fece la condizione per l'attrazione e la repulsione degli elementi alchemici: si pensi alla magia speculativa del Rinascimento e a personaggi come G. Bruno, T. Campanella, Agrippa, J. Böhme. In età moderna simpatia ha assunto un significato ristretto e soggettivistico, circoscritto alle emozioni umane. Ogni individuo, teorizza D. Hume, benché egoista, è anche legato agli altri da una certa “simpatia”, intesa come una tendenza a porsi in sintonia con i loro stati d'animo, come per esempio la felicità e l'infelicità. Per A. Smith la simpatia è la facoltà di condividere le passioni degli altri e l'unico canale attraverso cui ci mettiamo in comunicazione con gli altri mentre M. Scheler, che si è preoccupato di rivalutare la vita emotiva (Essenza e forme della simpatia, 1923), ha individuato nella simpatia l'elemento della comprensione, una forma di partecipazione affettiva che però non comporta l'assimilazione dello stato emotivo altrui. In campo psicologico, J. L. Moreno ha utilizzato il concetto di simpatia in un test sociometrico attraverso il quale ciascun membro di un gruppo è invitato a esprimere i propri atteggiamenti di “scelta”, “rifiuto” o “simpatia” per l'appunto, in modo da mettere in evidenza la rete di rapporti spontanei di attrazione e di repulsione che spesso si contrappone alla struttura ufficiale del gruppo. In questo ambito Moreno ha assegnato all'attrazione simpatetica il significato di liberazione della propria spontaneità.