sfarfallìo
sm. [da sfarfallare]. Uno sfarfallare continuo. In particolare: A) fenomeno, detto anche sfarfallamento, della percezione visiva che si ha quando la sorgente luminosa, alimentata da corrente alternata, emette dei lampi luminosi a frequenza opportuna. Anche l'analogo fenomeno acustico. B) Fenomeno che si verifica nelle proiezioni cinematografiche quando il trascinamento della pellicola non è ben sincronizzato con il movimento dell'otturatore: l'immagine sullo schermo appare fuori quadro e subisce rapide variazioni di luminosità. § Lo sfarfallio consiste nella percezione di un alternarsi confuso di immagini biancastre. Se la frequenza è elevata la percezione è invece continua; al diminuire della frequenza si raggiunge una frequenza critica (compresa fra 60 e 10 Hz e variabile con il colore della luce, con l'intensità luminosa, con lo stato di adattamento dell'occhio) al di sotto della quale l'osservatore percepisce lo sfarfallamento. Al di sotto di 4-5 Hz, infine, l'osservatore ha la percezione distinta dei successivi lampi. Nella visione televisiva infatti, la completa esplorazione dello schermo avviene con una frequenza di cinquanta “quadri al secondo”: la scansione completa dello schermo dura così venti millisecondi. Questo tempo è troppo elevato per eliminare la fluttuazione di luminosità che produce lo sfarfallio: l'inconveniente viene ridotto o eliminato mediante la scansione interallacciata dell'immagine o raddoppiando la velocità di proiezione (televisori a 100 Hz).