scàpolo
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agg. e sm. [sec. XIV; da scapolare (verbo)].
1) Anticamente, non soggetto a vincoli, libero.
2) Comunemente, libero da legami matrimoniali, celibe: quello scrittore è uno scapolo impenitente; suo zio è un vecchio scapolo. In tal senso frequente l'accr. scapolóne, scapolo piuttosto avanti negli anni; scherzoso il f. -óna, donna nubile attempata.
3) Pietra naturale o artificiale, di forma irregolare e sommariamente sbozzata, di buona aderenza con le malte, utilizzata per la costruzione di murature a secco.