saggézza

sf. [sec. XVI; da saggio (aggettivo)]. L'essere saggio; capacità (in genere acquisita con l'esperienza) di affrontare con equilibrio e prudenza le varie circostanze della vita, o di dare una retta soluzione ai problemi pratici dell'esistenza: parlare, agire, decidere con saggezza; la saggezza degli antichi.§ In filosofia,l'assunzione di un atteggiamento compiutamente razionale nella conduzione delle cose umane. È pertanto un concetto specificamente attinente alla sfera etica, e la sua definitiva delineazione in quest'ambito – con la conseguente distinzione dalla sapienza – è stata operata da Aristotele nelle sue opere etiche, mentre in Platone i due concetti sono ancora uniti. La distinzione aristotelica poneva in primo piano la sapienza; le filosofie ellenistiche, come lo stoicismo e l'epicureismo, privilegiarono invece la saggezza; in ogni caso la contrapposizione aristotelica tra la sapienza come scienza superiore di carattere puramente contemplativo e la saggezza come disciplina razionale della vita morale resta un punto fermo per tutto il Medioevo cristiano e anche per i successivi orientamenti del pensiero morale.

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