rivoluzione dei cedri
(In arabo thawrat al-arz, "rivoluzione del cedro") Termine con cui si indicano una serie di proteste scoppiate in Libano a seguito dei funerali dell’ex primo ministro e uomo d’affari sunnita Rafiq Hariri, ucciso in un attentato a Beirut nel 2005. I funerali divennero l’occasione per la popolazione libanese di protestare contro la presenza militare in Libano della Siria, ritenuta responsabile dell’attentato. Le manifestazioni chiedevano il ritiro immediato delle truppe siriane dal territorio libanese su cui Damasco continuava a esercitare una sorta di protettorato con l’alibi della Forza Araba di Dissuasione. La FAD era stata istituita nel 1976 in occasione della prima guerra civile libanese e dal 1990 era di fatto divenuta una occupazione militare siriana motivata con la tutela dei suoi interessi economici e finanziari nella regione, legati in particolare al controllo del mercato del petrolio. Damasco aveva come alleato interno gli Ḥezbollāh, una milizia privata con vasto seguito elettorale soprattutto nel sud del Libano, cui in seguito il Tribunale speciale per il Libano alle Nazioni Unite attribuì l’omicidio di Hariri. Già nel 2004 la risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva stabilito il ritiro della Siria dal Libano, lo svolgimento di libere elezioni e lo scioglimento di Ḥezbollāh (che fino alla primavera del 2005 continuò a organizzare manifestazioni in favore della Siria). La manifestazione di protesta più numerosa si svolse il 14 marzo 2005 con il sostegno della comunità internazionale; per questo motivo il movimento anti-siriano prese il nome di Alleanza del 14 marzo; a esso aderirono anche le Falangi libanesi e le Forze libanesi assieme ai sunniti del Movimento Il Futuro. Nell’aprile 2005 le truppe siriane lasciavano definitivamente il territorio libanese. Sebbene la democrazia libanese uscì da questo periodo di tensione fragile e legata al criterio rigido delle quote attribuite in Parlamento a ciascuna confessione religiosa, la rivoluzione dei cedri ha costituito uno spartiacque fondamentale nella vita politica del Paese.