resistóre

sm. [da resistere, sul modello dell'inglese resistor]. Termine d'uso generale per indicare componenti di diverse potenze, dimensioni, struttura, impiego pratico, caratterizzati dall'avere un preciso e determinato valore di resistenza elettrica. Correntemente è detto resistenza: per esempio la resistenza di un ferro da stiro elettrico. Un resistore viene caratterizzato in primo luogo dal valore della sua resistenza, detto comunemente valore ohmico ed espresso in ohm, quindi dalla potenza che è capace di dissipare (effetto Joule) senza danneggiarsi, dalla temperatura massima di esercizio, dal tipo del materiale attivo (filo o piattina in lega metallica, impasto grafitico, ghisa speciale, ecc.). Caso per caso sono indicati altri valori, come per esempio se il resistore è montato su supporto isolante, e quale è la tensione massima contro massa che esso può reggere; nei grandi resistori viene indicata una “curva di portata” in termini di corrente, in funzione di un possibile raffreddamento ad aria forzata. Vengono denominati resistori corazzati i tipi nei quali la parte attiva (spiralina in nichelcromo) risulta totalmente circondata da un materiale dielettrico in polvere fortemente costipato e contenuto entro un tubo in rame. Tale complesso può essere sagomato in forme molto varie, quali richieste dagli usi più comuni, e cioè negli elettrodomestici nei quali occorra riscaldare acqua (scaldabagni, lavabiancheria, lavapiatti, ecc.). I resistori di piccola e media potenza sono costituiti in genere da impasto grafitico su supporto in materiale ceramico, oppure da filo metallico (nichelcromo, manganina o altre leghe) avvolto su un supporto in materiale ceramico. Le dimensioni variano da pochi millimetri a qualche centimetro. I resistori di forte potenza possono essere costituiti da insiemi di elementi del tipo a media potenza, collegati in serie o parallelo e riuniti in pacchi isolati, oppure da piattine o nastri di rilevante spessore, larghezza e sviluppo, ricavati da lamiere in lega nichelcromo e variamente disposti, supportati e isolati, o infine da pacchi di griglie in ghisa speciale impaccati e supportati da tubi in micanite e isolatori in materiale ceramico. Con tali resistori si realizzano i reostati di forte potenza destinati all'avviamento di motori e ad altri usi (dissipazione di corrente in frenatura di un veicolo elettrico, di una gru mentre fa calare il carico, ecc.). Riguardo alle funzioni circuitali, i resistori sono detti di carico se posti ai terminali di potenza di un componente attivo, di polarizzazione quando servono a procurare tensioni o correnti appropriate ad altri componenti, di zavorra allorché sono necessari per assicurare un minimo consumo prestabilito di corrente, di adattamento o terminazione quando sono il carico di una linea o di un quadripolo.

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