quietismo
IndiceLessico
sm. [sec. XVII; da quiete].
1) In senso generico, amore per la quiete, atteggiamento di apatica accettazione della realtà.
2) Vasto movimento a carattere mistico che fiorì soprattutto nel sec. XVII.
Religione
Benché le sue manifestazioni non siano nuove rispetto a movimenti precedenti, gli storici sottolineano nel quietismo l'esasperato aspetto di contemplazione per cui l'anima si congiunge a tal punto con la divinità da annullarsi in essa, trovando così la quiete. Fenomeni simili di misticismo si erano già avuti con gli illuminati spagnoli (alumbrados) del sec. XVI, che eseguivano l'orazione “mentale” e pretendevano l'impeccabilità per chi avesse raggiunto lo stato di congiunzione con Dio. Perciò già nel sec. XVI l'Inquisizione era intervenuta, anche duramente, per sradicare una tendenza che da una parte minava la gerarchia e la disciplina ecclesiastiche e dall'altra portava spesso ad aberrazioni. Tra i rappresentanti del quietismo va ricordato il prete spagnolo Miguel Molinos (1628-1696) che a Roma aveva esercitato l'ufficio di confessore e aveva scritto una fortunatissima Guida spirituale tradotta in più lingue. Gli stadi spirituali per arrivare alla “quiete” erano: orazione mentale passiva, annichilazione della propria volontà, contemplazione acquisita, passività e abbandono totale a Dio (senza preoccupazione alcuna di buone opere, di confessione, ecc.), unificazione con Dio. Il processo mistico era soggetto però a tentazioni o prove talvolta terribili (notte oscura). Tra i più illustri quietisti vanno menzionati: Francesco Lacombe, Madame de la Motte-Guyon, Isabella Bellinzaga, Pier Matteo Petrucci (m. 1701). Quest'ultimo, cardinale, raccolse le teorie dei quietisti italiani, ma dovette sottoporsi alla bolla con la quale, nel 1687, Innocenzo XI censurò 68 proposizioni tolte dalle lettere di Molinos.