professóre
sm. (f. -éssa) [sec. XIV; dal latino professor-ōris, insegnante pubblico]. Insegnante di una scuola di ordine superiore a quello elementare (scuola secondaria o università). Anche titolo onorifico che si consegue con la libera docenza: dottore in medicina, professore in pediatria. Per estensione, popolare, insegnante di qualunque disciplina: professore di ballo; professore d'orchestra. Più in genere, chi è particolarmente esperto in un'arte, in un'attività; spesso scherzoso o iron.: sembrare un professore, aver modi da professore, ostentare la propria superiorità culturale, parlare in tono saccente o autoritario. Freq. gli alterati professorino, professore giovane con scarsa esperienza didattica, e professoróne, professore di grande dottrina ed esperienza, persona assai qualificata nel suo campo (anche scherzoso). § Il titolo, riservato in origine ai docenti delle università o degli istituti superiori a impianto universitario, fu successivamente attribuito (1926) anche agli insegnanti di ruolo negli istituti statali o pareggiati d'istruzione media, compresi nell'albo professionale degli insegnanti medi. Con legge del 1955 la qualifica di professore è stata estesa agli insegnanti non di ruolo, cioè agli incaricati e ai supplenti. La disciplina giuridica della carriera, e di tutti i problemi attinenti alla stessa, è stabilita da apposite leggi. Particolare rilievo assumono, per l'attività didattica del professore, le leggi 30 luglio 1973, n. 477 e i decreti delegati sulla scuola 31 maggio 1974, numeri 416 e 419, che hanno introdotto i principi della “partecipazione” e della “gestione sociale” della scuola.