potlach
s. inglese (da una voce gergale dei Chinook, propr., dono) usato in italiano come sm. Presso le tribù indigene del Nord-Ovest dell'America Settentrionale indicava le grandi feste collettive, caratteristiche di queste popolazioni. I potlach erano organizzati in occasione di avvenimenti particolari come matrimoni, nascite, assunzioni di cariche, ecc. Tali feste avevano un carattere prettamente economico-sociale: infatti la famiglia che indiva il potlach era impegnata in un notevole sfoggio di ricchezze per ottenere o conservare un determinato prestigio sociale o per abbattere socialmente un rivale. Gli ospiti, nel corso di più giorni, oltre a cibo in abbondanza, ricevevano ricchissimi doni ed erano così impegnati a restituire, in occasione di un altro potlach, molto più di quanto avevano ricevuto, sotto la minaccia di perdere altrimenti il proprio rango sociale. Lo sfoggio di ricchezze raggiungeva l'acme quando il clan che indiceva la festa distruggeva i doni per dimostrare noncuranza verso i beni materiali e allo stesso tempo un potere superiore a quello del clan rivale. Il potlach influenzò e incrementò l'arte di queste popolazioni; infatti venivano foggiati per essere esibiti e regalati cucchiai, scodelle, placche di rame nativo con bassorilievi, statue di legno ridicolizzanti il rivale sconfitto, oggetti di osso e di legno ornati di pitture, incisioni e intarsi di conchiglia, tutti eseguiti con grande abilità tecnica e cura dei particolari.