potènza (storia)

l'espressione "grandepotenza " entrò nel linguaggio diplomatico nel 1815, quando al Congresso di Vienna si posero le basi della diplomazia classica. Sebbene in quello, e nel successivo consesso internazionale di Aquisgrana del 1818 (la tesi riapparirà e verrà poi ribadita a Vienna nel 1961), fosse stata bandita come non più attuale la disparità feudale tra Stati e la concezione della società internazionale come una scala gerarchica, tuttavia il prestigio stesso assunto dalle nazioni vincitrici di Napoleone e l'effettivo ruolo arbitrale da loro svolto le pose nella condizione di potenze superiori alle altre. Analogamente, grandi potenze furono considerati, dopo la prima guerra mondiale, i Paesi dell'Intesa, Italia compresa; ma la stessa Germania fu ben presto considerata tale. Dopo la seconda guerra mondiale i cinque “grandi” (Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia, Cina) ebbero riconosciuto un ruolo particolare specie nei consessi internazionali. In realtà tuttavia il ruolo di grande potenza si concentrò nelle due “superpotenze” (Stati Uniti e Unione Sovietica), intorno alle quali si raggrupparono gli Stati minori (“satelliti” o “alleati”). Tale dualismo negli equilibri politici internazionali è venuto meno agli inizi degli anni Novanta in seguito alla crisi dei regimi comunisti dell'Est europeo e quindi al crollo dello stesso regime sovietico che ha determinato, nel dicembre 1991, la disgregazione dell'Unione Sovietica.

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