possessióne
Indicesf. non comune [sec. XIII; dal latino possessío-ōnis, da possidēre, possedere].
1) Il possedere, possesso; anche possedimento, proprietà costituita da case e terreni.
2) In psicologia, delirio di possessione, forma di delirio persecutorio, in cui il paziente ritiene di essere dominato da forze occulte, che si riscontra soprattutto in soggetti schizofrenici.
3) Interpretazione in funzione religiosa di stati psicotici, per riscattarli alla cultura (azione integrante) e sottrarli alla loro pericolosità naturale (azione disintegrante: la comunità rischia la disintegrazione per il comportamento anomalo di un suo membro). Il riscatto culturale comincia con l'idea che i soggetti siano posseduti da un essere extraumano, nelle religioni politeistiche da un dio (indiamento). Il rientro nella normalità si realizza con riti di riconoscimento e di espulsione del “possessore”, significando in tal modo la possibilità di un intervento umano in casi nei quali sono proprio gli esseri umani a “disumanizzarsi”. In certe culture si giunge all'utilizzazione dei “posseduti” per stabilire un rapporto proficuo con l'extraumano. E inoltre si realizzano psicosi indotte (mediante droghe, danze estenuanti, musiche ossessive, ecc.) come riti di comunicazione con gli spiriti, dei, ecc.; è il caso delle culture di certe popolazioni della costa occidentale africana (per esempio del Benin) e di movimenti religiosi (per esempio il vodù) sorti in America tra le genti nere oriunde di quei luoghi e continuatrici di quelle culture.