mnemotècnica

Indice

Generalità e cenni storici

sf. [sec. XIX; dal greco mnemē, memoria+tecnica]. Insieme di procedimenti che consentono di memorizzare più facilmente date, termini tecnici, liste cronologiche e altre nozioni difficilmente associabili. Uno di tali procedimenti spesso utilizzato è quello della rima: per esempio la strofa “Trenta dì conta novembre...” usata per ricordare il numero dei giorni del mese. Oppure si ricorre alla formazione di parole o frasi con suono simile a quelle che si vogliono ricordare. La mnemotecnica ha origini molto antiche; largo uso ne fece, nel Medioevo, la Scolastica soprattutto per memorizzare la sillogistica. Opere di mnemotecnica furono scritte, in Italia, da Pietro di Ravenna, Lodovico Dolce, Giordano Bruno, Giambattista Della Porta, Giovanni Brancaccio, ecc. Nel sec. XX, un originale contributo allo studio e alla sperimentazione delle implicazioni pedagogiche e didattiche della mnemotecnica è stato offerto da E. Claparède che ha messo a punto un metodo di memorizzazione, da lui definito “metodo globale”, che rivoluzionava completamente quello in uso fin a quel momento, fondato sul frazionamento del contenuto da memorizzare. Il metodo di Claparède traeva origine da studi che lui stesso aveva condotto sull'apprendimento attraverso i quali era giunto a ritenere che, essendo il processo di apprendimento un fenomeno di percezione globale, era più facile memorizzare un testo nella sua globalità piuttosto che suddividendolo in piccole unità da memorizzare separatamente. Dopo un'approfondita sperimentazione comparata dei due metodi (quello tradizionale e quello globale) non si è riusciti, tuttavia, a evidenziare quale dei due sia più efficace, in quanto al processo di memorizzazione concorrono molteplici fattori e si è giunti a sviluppare metodologie miste che tengono conto, oltre che delle caratteristiche degli allievi, anche del testo da memorizzare, della sua lunghezza e del suo contenuto.

Etnologia

Metodo di apprendimento e di conservazione del patrimonio di letteratura orale, diffuso ovunque prima dell'introduzione della scrittura e ancora usato da numerosi gruppi etnici, la mnemotecnica si basa sulla ripetizione verbale dei miti, leggende, poemi, canti, massime religiose, ecc., insegnati ai bambini dagli anziani e da veri e propri “specialisti”, i cantastorie, con l'ausilio di mezzi figurativi: disegni, graffiti, ideogrammi, ecc., eseguiti su pelli, corteccia, tessuti, pietre, rocce. Di norma, questo metodo viene continuato anche nell'età adulta e i componenti il gruppo etnico arricchiscono il patrimonio “letterario” di nuovi elementi culturali; in vari gruppi, soprattutto in quelli strutturalmente più complessi, i giovani più dotati (scelti di preferenza tra i maschi) si “specializzano” quali cantastorie e non di rado diventano autori di nuovi “testi”; in alcuni gruppi, infine, il depositario e maestro è lo sciamano. Con la mnemotecnica si ottienecosì il duplice scopo di “istruire” le nuove generazioni e di conservare il patrimonio di letteratura orale e di tradizioni che caratterizza l'identità etnica del gruppo.

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