leucocitòsi
sf. [da leucocito+-osi]. Aumento del numero dei leucociti del sangue al di sopra dei valori normali senza alterazione della loro qualità. Si conoscono forme globali di leucocitosi e forme parziali, e in tal caso si parla di leucocitosi granulocitica (granulocitosi neutrofila, basofila, eosinofila), leucocitosi linfocitica e leucocitosi monocitica, in base alla famiglia di globuli bianchi aumentati. Si distinguono inoltre leucocitosi da ripartizione e leucocitosi da produzione o leucocitosi vere. Le prime derivano dal fatto che la distribuzione dei leucociti, in determinate situazioni fisiologiche o patologiche, può variare a favore della quota circolante nel sangue, con la loro diminuzione relativa nei distretti vascolari della milza, del fegato o di altri organi. Le seconde sono invece caratterizzate da un aumento reale dei leucociti, in caso di accentuata attività del midollo osseo; spesso sono conseguenti a emorragie, a traumi cranici, oppure all'iniezione di proteine, di metalli colloidali, di acidi nucleici, eccetera. Le più frequenti leucocitosi parziali sono le granulocitosi: quella neutrofila si instaura nel corso di malattie infettive sostenute da stafilococchi, diplococchi e streptococchi, oppure nelle intossicazioni endogene (uremia, eclampsia, acidosi diabetica), in alcuni avvelenamenti, in seguito a punture di insetti; quella eosinofila si riscontra nelle infestazioni da vermi, nell'asma bronchiale e nelle malattie allergiche in genere. La leucocitosi monocitica o monocitosi nelle infezioni a decorso subacuto o cronico (tubercolosi, sifilide); la leucocitosi linfocitica o linfocitosi si può osservare infine in alcune malattie infettive acute e croniche (mononucleosi eccetera)oltre che nelle leucemie linfatiche.