leadership
s. inglese usato in italiano come sf. La nozione di leadership fa tradizionalmente riferimento alle qualità personali che consentono a un soggetto individuale – un capo – di esercitare autorità o influenza su gruppi o persone, anche a prescindere dal ruolo formalmente esercitato. A questo modello si richiama una tradizione di pensiero che individua come caratteristica primaria del detentore di leadership la cosiddetta personalità carismatica. Già negli studi di M. Weber, però, la leadership carismatica – attributo e prerogativa di un capo beneficiario di un'investitura di tipo sacrale, come nel caso dei leader religiosi o dei capi politici rivoluzionari – si distingue tipologicamente dalla leadership tradizionale, espressione di un diritto riconosciuto ed ereditariamente trasmesso (il monarca come leader dinastico), e da quella legal-razionale, che incarna un mandato rappresentativo, pubblico e revocabile, di norma conferito per consenso elettorale. Le scienze sociali hanno insomma progressivamente spostato la propria attenzione sulla leadership come ruolo esercitato in un sistema di relazioni, nonché connesso alle aspettative dei seguaci e alle motivazioni del leader stesso. C. Wright Mills e H. Gerth, nell'opera Carattere e struttura sociale (1953) hanno così potuto “isolare” tre diversi tipi di leadership: quella detta di routine, basata sulla preservazione delle mansioni e delle prerogative della carica; quella del capo innovatore, che reinterpreta e rivoluziona il ruolo affidatogli; quella del precursore, intendendo con questa figura chi anticipa un'idea o uno stile radicalmente nuovo di governo senza poterla esercitare personalmente, come nel caso dell'intellettuale rivoluzionario che non riesce a pervenire al potere. Sulla base di questi schemi teorici – e persino di osservazioni sperimentali sulle dinamiche di gruppo – sono stati perfezionati anche modelli interpretativi non privi di interesse, che in linea prevalente tendono a identificare la leadership con un potere d'influenza capace di condizionare considerevolmente le decisioni degli appartenenti a un gruppo. Per qualificarsi come tale (legittimazione del ruolo), la leadership deve però essere esercitata con una certa continuità ed efficacia e deve interpretare le aspettative di quanti la accettano.