introspezióne
sf. [sec. XIX; dal latino introspectus, pp. di introspicĕre, guardare dentro]. Attività attraverso cui l'individuo cerca di analizzare i propri contenuti mentali. L'introspezione è stata considerata per molti anni, particolarmente dalla scuola strutturalista tedesca della seconda metà dell'Ottocento o dei primi del sec. XX, lo strumento principale di indagine in psicologia; in particolare, veniva utilizzata l'introspezione analitica, per mezzo della quale il soggetto veniva addestrato a scomporre i propri contenuti mentali in elementi e attributi. Tale metodo d'introspezione è anche noto con il termine tedesco Beschreibung e fu sostenuto particolarmente da E. B. Titchener. Il valore conoscitivo di questo metodo venne, negli anni immediatamente precedenti la I guerra mondiale, vivacemente negato sia dagli psicologi della forma sia dai behavioristi, che proposero in luogo del metodo introspettivo, i primi il metodo fenomenologico (lo studio dell'esperienza immediata, non suscettibile di scomposizioni), i secondi il metodo comportamentale (lo studio del comportamento, e non dei contenuti mentali, soggettivi e non verificabili scientificamente). Solo in seguito il metodo introspettivo è stato in parte rivalutato nell'ambito della psicologia cognitiva.