integrativo
agg. [sec. XX; da integrare]. Che vale a integrare; atto a completare: lezioni integrative; assegno integrativo. § Esame integrativo, che permette il passaggio da un determinato tipo di scuola superiore a un altro dello stesso grado. L'art. 17 del R.D. 22 giugno 1913, n. 1217, prescrive che la prova d'esame verta su quelle discipline, o parte di esse, che non siano comprese nei programmi dell'istituto da cui gli alunni escono, ma facciano parte dell'ordinamento della scuola in cui vogliono entrare. § Contrattazione integrativa, azione condotta dai lavoratori e dalle loro rappresentanze per giungere ad accordi che abbiano per fondamento la piena applicazione del contratto nazionale di lavoro. In generale ci si riferisce alla contrattazione aziendale, introdotta in Italia nel 1962, con il contratto tra Intersind e organizzazioni sindacali, ma tale contrattazione può essere effettuata ad altri livelli negoziali, per esempio provinciale. Nonostante qualche resistenza della cultura sindacale italiana alle sollecitazioni, venute soprattutto dalla CISL, volte a sviluppare la contrattazione integrativa, nel 1970 gli accordi aziendali raggiunsero la cifra di 4400, coinvolgendo 1.400.000 lavoratori. In particolare si concentrava sui salari, i cottimi, i premi di produzione, la 14a mensilità e indennità varie, i ritmi di lavoro, il superamento del cottimo, gli organici, l'organizzazione del lavoro, il riconoscimento dei delegati di reparto e del loro consiglio, più ampi poteri sindacali nella fabbrica. Negli anni Ottanta la propensione alla contrattatazione è sensibilmente aumentata (specialmente nel settore dell'industria e dei servizi), investendo oltre ai temi del diritto sindacale vari altri aspetti, quali il salario, l'orario, la formazione professionale, le pari opportunità, l'inquadramento, le innovazioni tecnologiche, l'ambiente di lavoro, i servizi, l'organizzazione del lavoro; in tal modo essa è venuta perdendo sempre più il suo carattere meramente integrativo.