ingégno

(ant. ingènio), sm. [sec. XII; latino ingeníum, indole, intelligenza, invenzione, dal tema di gignĕre, generare].

1) L'insieme delle facoltà mentali; intelletto: ingegno acuto, modesto; bisogna educare l'ingegno; anche inclinazione innata: ingegno matematico. Con valore assol., capacità dello spirito di apprendere, intuire e giudicare con prontezza e penetrazione; sviluppata facoltà speculativa o inventiva: la sua unica dote è l'ingegno; scrittore, scienziato d'ingegno; dar prova d'ingegno, riferito per lo più alla capacità di escogitare espedienti; la necessità aguzza l'ingegno, rende capaci di cavarsi d'impaccio; opera d'ingegno, di grande valore, riferito a risultati sia materiali sia intellettuali; opera dell'ingegno, in cui l'attività mentale prevale su quella pratica; campare del proprio ingegno, metterlo a profitto traendo il sostentamento dalle proprie capacità intellettuali, specialmente artistiche; trovata d'ingegno, trovata ingegnosa, lampo d'intelligenza oppure, iron., idea sballata.

2) Per estensione, persona dotata di grandi capacità intellettive; genio: ha frequentato i più grandi ingegni della sua epoca.

3) Lett., carattere, indole di una persona: “un abate,... d'ingegno assai generoso” (E. Cecchi).

4) Lett., astuzia, trovata ingegnosa, espediente.

5) Disus., congegno, meccanismo: “Gl'ingegni dell'orologio... consistono in un numero innumerabile di ruote” (Baretti). In particolare, macchina scenografica di origine fiorentina, usata nei sec. XIV-XV in rappresentazioni sacre o profane per sollevare gli attori simulandone il volo. Era costituita, oltre che dall'ingegno vero e proprio (ossia i meccanismi), da una cupola emisferica apribile (cielo o paradiso), dorata o dipinta d'azzurro con nuvole, che ospitava un mobile di ruote concentriche (rode) e un altro dispositivo a forma di mandorla, manovrato con funi e argani, che calava o sollevava a vista l'attore. Celebri gli ingegni di Brunelleschi e, nelle feste profane, quelli di Leonardo da Vinci.