incassatura
sf. [sec. XV; da incassare]. Atto ed effetto dell'incassare, del mettere in casse; anche l'inserire un oggetto in apposita cavità; la cavità stessa in cui si trova o viene collocato qualche cosa: incassatura in cui scorre un corso d'acqua; incassatura in un muro. Con accezioni specifiche: A) in oreficeria, operazione di fissaggio di una pietra preziosa, in una cavità opportunamente predisposta, alla parte metallica di un gioiello. Nella lavorazione a giorno, tale cavità è passante; nella lavorazione a notte, riservata alle pietre false o comunque di poco pregio, la cavità è cieca e quindi la pietra si appoggia direttamente sul fondo di essa. Il termine viene spesso usato come sinonimo di incastratura e di incastonatura. B) Nella legatoria, operazione, manuale o meccanica, con la quale si applica la copertina al blocco del libro incollando le sguardie ai quadranti. C) Nelle costruzioni civili, alloggiamento, detto più propriamente traccia, ricavato nello spessore delle murature al fine di contenervi le reti di distribuzione relative agli impianti di un edificio (colonne montanti di gas, acqua, condutture elettriche, ecc.). D) Nelle costruzioni stradali, scasso praticato nel terreno per contenervi i materiali di fondazione e drenaggio di una massicciata.