imballàggio

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; dal francese emballage]. Atto ed effetto dell'imballare; anche la spesa necessaria per tale operazione: la cifra indicata non comprende l'imballaggio. Per estensione, qualunque involucro usato per imballare. La forma e la dimensione degli imballaggi variano secondo i prodotti, mentre caratteristiche costanti devono essere: robustezza, ingombro limitato, costo non elevato, estetica apprezzabile; imballaggio al costo, se fatturato a parte; se il prezzo della merce comprende anche l'imballaggio si ha la clausola tara per merce; imballaggio gratis, non fatturato perché compreso nel prezzo totale; imballaggio a rendere, quando l'imballaggio non è ceduto, ma solo prestato al compratore che dovrà restituirlo al venditore. In particolare, nell'industria tessile, l'insieme delle operazioni con cui si formano le balle: l'imballaggio della lana. § Nel contratto di trasporto, la responsabilità del vettore per la perdita o l'avaria delle cose ricevute in consegna può essere esclusa, qualora venga provata l'esistenza di essenziali difetti nell'imballaggio che abbiano determinato la perdita o l'avaria stessa.

Industria

Le tecniche di imballaggio hanno assunto negli ultimi decenni del sec. XX grande importanza commerciale, dando vita a un autonomo settore industriale. Lo sviluppo dell'industria dell'imballaggio, seguendo, e in parte anche determinando, nuovi indirizzi nella presentazione delle merci, consente la confezione dei più diversi prodotti in unità facilmente maneggiabili, proteggendoli contro la maggior parte degli urti accidentali e facilitandone la conservazione anche per lungo tempo. Gran parte di questo sviluppo è dovuta alla massiccia utilizzazione delle materie plastiche con le quali possono essere fabbricati contenitori di tutte le forme e dimensioni, adatti a qualsiasi tipo di contenuto. Particolare sviluppo hanno assunto gli imballaggi in polistirolo espanso, sia per la protezione di oggetti fragili o delicati, sia per il trasporto di cibi caldi o freddi, grazie alle sue notevoli proprietà di isolante termico. Nel settore ortofrutticolo hanno avuto notevole diffusione gli imballaggi in plastica, formata con la tecnica dello stampaggio sotto vuoto: isolando uno dall'altro i singoli frutti contenuti in una cassetta, ne riducono notevolmente i danni provocati dal trasporto, mantenendone a lungo la freschezza. Assieme alle materie plastiche si continuano però a usare anche i materiali tradizionali (carta e cartone, legno, vetro, metalli), che per certi casi particolari restano una valida alternativa. L'industria dell'imballaggio è largamente automatizzata, tanto nella fabbricazione dei contenitori quanto nel confezionamento delle merci. Nello specifico settore delle materie plastiche, tutti i contenitori sono prodotti con macchine automatiche che lavorano a caldo (per esempio mediante stampaggio). Lo stesso può dirsi per i contenitori metallici, specialmente scatole di lamiera d'alluminio e di ferro e fusti di lamiera di ferro. Il solo settore nel quale prevale ancora la lavorazione manuale è quello dei contenitori di legno, in particolare la produzione di casse e cassette o di imballaggi speciali come i telai di protezione per il trasporto di macchinari e di apparecchiature ingombranti. L'imballaggio viene anche largamente usato in agricoltura, dove apposite macchine isolate (imballatrici) o combinate con altre macchine agricole (per esempio legatrici-caricatrici) provvedono a confezionare in unità facilmente maneggiabili vari prodotti agricoli, al momento della loro produzione (come nel caso della paglia) o della raccolta (come fanno le raccoglitrici di mais). Un peso rilevante assume l'imballaggio da un punto di vista pubblicitario, soprattutto per quanto riguarda la vendita al minuto. Generalmente si distinguono tre tipi di imballaggio: il contenitore per la spedizione (per esempio: cartone da 12 o 24 scatole), il contenitore per l'esposizione (per esempio: scatola per l'esposizione di cioccolatini) e il contenitore vero e proprio, quello che protegge il prodotto (per esempio: carta che avvolge i cioccolatini). Particolare importanza hanno la forma e il colore dell'imballaggio specialmente se deve proteggere prodotti che vengono acquistati per “impulso”. In questi casi l'imballaggio diventa un venditore silenzioso che, per svolgere bene il proprio compito, deve: attirare l'attenzione; essere identificabile con chiarezza (per essere facilmente legato alla pubblicità già vista); esercitare un'opera di persuasione e di convinzione per indurre il consumatore all'acquisto; vincere la concorrenza con cui divide l'attenzione del consumatore. La confezione dev'essere studiata in modo da facilitare l'uso del prodotto contenuto in essa (per esempio contenitori in alluminio per bibite gassate o conserve alimentari che si aprono facilmente tirando una linguetta, senza dover ricorrere a particolari strumenti); deve possibilmente avere in sé una novità, in fatto di estetica o di comodità, che lo differenzi dagli altri; quando il prodotto lo richieda, deve mostrare il prodotto stesso attraverso finestrature trasparenti oppure questo deve essere riprodotto fotograficamente o a disegno. Le diciture dell'etichetta dovrebbero spiegare con chiarezza tutte le possibili domande che un acquirente potrebbe porre. Per aumentare le vendite e prolungarle nel tempo si ricorre ad alcuni artifizi nell'imballaggio: il formato gigante uso famiglia, la confezione a molte unità, la confezione di un prodotto che “va”, assieme a un altro nuovo. A volte la confezione può essere usata per qualche altro scopo dopo che ha adempiuto le finalità originali (come bicchieri o tazze che contengono inizialmente marmellate o prodotti analoghi).

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