illusionismo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; dal francese illusionisme].

1) Settore dello spettacolo teatrale di varietà o del circo basato sull'esecuzione di esercizi di destrezza da parte di un illusionista, mago o prestigiatore.

2) Nelle arti figurative il termine può definire alcune manifestazioni artistiche che tendano a ricreare un'illusione di realtà o ritraggano l'oggetto con assoluta verisimiglianza ed effetti di trompe-l'œil, ovvero che generino suggestioni prospettico-spaziali per mezzo di quadrature e architetture fittizie alterando, con effetti illusivi, la percezione dei reali spazi architettonici. Il termine è usato dagli storici dell'arte antica, dopo gli studi di Wickhoff, Riegl, Rodenwaldt, per definire una componente tipica dell'arte dell'epoca flavia e della scultura dei sec. III e IV d. C.

Spettacolo

Gli esercizi di abilità mirano a creare nello spettatore, mediante l'occultamento dei reali rapporti causa-effetto, l'illusione di un fatto prodigioso, allo scopo di divertirlo provocandone lo stupore. Il repertorio molto vario degli esercizi può essere ricondotto alle grandi categorie basate sull'apparizione, sparizione, translazione di oggetti (fazzoletti, bandiere, palle, corde, ecc.) o animali (colombi, conigli, ecc.) o persone; sulle comunicazioni pseudotelepatiche, sui fenomeni pseudomedianici e pseudoipnotici, sulla vivisezione, la levitazione, la liberazione da legami apparentemente insolubili, ecc. Tutti gli esercizi, veri e propri giochi di prestigio, naturalmente vengono eseguiti per mezzo di particolari accorgimenti meccanici, fisici, chimici, di movimenti rapidissimi e impercettibili allo spettatore o con manovre diversive, che convogliano nella direzione voluta l'attenzione dello spettatore stesso. L'illusionismo ha tradizioni antichissime, come testimoniano le fonti letterarie egiziane, latine, greche, e connesse con certe pratiche rituali; un tempo arte dei sacerdoti pagani, che animavano le statue e suscitavano pseudofenomeni atmosferici, l'illusionismo divenne nel Medioevo patrimonio di artisti girovaghi, sospetti allo Stato e alla Chiesa che tesero a identificare la magia bianca, di cui l'illusionismo fa parte, con la magia nera; soltanto nel sec. XVII l'illusionista divenne un personaggio dello spettacolo tollerato dall'autorità, e nei secoli immediatamente successivi assurse a dignità quasi artistica per merito di alcuni grandi maghi italiani. La letteratura sull'illusionismo comprende opere di grande interesse, dal Discoverie of Witchcraft (1584) di Reginald Scot, il più antico testo del genere, ai Segreti della magia bianca (1864) che svelava i misteri dell'arte di L. Pinetti (1750-1800), dal Nuovo Bosco ossia il Diavolo color di Rosa (1870), che descrive le esperienze dell'altrettanto famoso B. Bosco, ai Secrets of My Magic (1936) di D. Devant. L'illusionismo ha avuto grandi cultori in Francia (R. Houdin, P. Talon), negli Stati Uniti (H. Kellar, H. Houdini, C. Pollock), in Gran Bretagna (J. N. Maschelyne, R. Heller, C. Pinnchbeck).

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