gassòmetro o gasòmetro
sm. [sec. XIX; da gas+-metro]. Deposito di raccolta di gas, a volume variabile, utilizzato sia per compensare le differenze tra la quantità prodotta nello stabilimento e la quantità erogata, sia per miscelare il gas prodotto. Sono molto usati nelle officine per gas di città. I gassometri constano essenzialmente di un cilindro chiuso da un elemento scorrevole che garantisce col proprio peso la costanza della pressione. Secondo il sistema di tenuta del gas si possono distinguere gassometri a campana e a secco. Nei primi l'elemento mobile è una camera cilindrica (campana) aperta inferiormente che scorre su guide rettilinee sopra un bacino d'acqua: tra campana e bacino viene, quindi, individuato un volume entro il quale sboccano le tubazioni di immissione ed erogazione del gas. Per diminuire la profondità della vasca nei gassometri di grande capacità si suole costruire la campana a più elementi telescopici. Nei gassometri a secco l'elemento mobile è un coperchio che può scorrere a tenuta entro un involucro cilindrico per lo più di lamiera chiodata o saldata. Il sistema di tenuta è realizzato in vario modo, per esempio mediante uno stantuffo circolare in legno rivestito di cuoio e lubrificato con grasso speciale, che viene mantenuto premuto contro il cassone esterno da dispositivi a leva e contrappeso; inferiormente il sistema è integrato da tenuta idraulica. La capacità dei gassometri delle officine di gas può variare da ca. 1000 m3 con gassometri a semplice campana a oltre 50.000 m3 coi gassometri telescopici, fino a oltre 100.000 m3 con i tipi a secco.