calcare (verbo)

Indice

v. tr. (ind. pr. calco-chi) [sec. XIII; latino calcāre, da calx calcis, calcagno].

1) Premere con i piedi: calcare la ghiaia del viale, l'erba del prato;calcare l'uva nel tino, pigiarla; fig.: calcare le scene, fare l'attore; calcare la terra, vivere, essere al mondo; calcare le orme di qualcuno, seguirne l'esempio.

2) Premere con forza, spingere verso il basso: calcare il cappello sulla testa, gli abiti nella valigia, la matita sul foglio; fig.: calcare la mano, punire con severità eccessiva, esagerare in qualche cosa; anche dare rilievo, sottolineare, con il tono della voce, con il gesto e simili: “Lei, disse la madre calcando le parole e inarcando le sopracciglia” (Moravia); ant. e lett., opprimere, umiliare: “calcando i buoni e sollevando i pravi” (Dante).

3) Per estensione, copiare un'immagine o uno scritto ripassandone i contorni su un foglio bianco mediante interposizione di carta da ricalco; quindi carta calcante, carta carbone.

4) Riferito a uccelli maschi, congiungersi con la femmina per la riproduzione.

5) Detto di persone, affollare; il pp. anche con valore di agg., pieno di gente oppure riferito alle persone stesse, accalcato, pigiato. Anche intr. e rifl., far ressa, accalcarsi: “Vedi... come si calcano l'un l'altro perch'io gli tragitti di là” (G. Gozzi).

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