cachet
sm. francese (da cacher, comprimere, nascondere) usato anche in italiano con il senso fondamentale di sigillo, in particolare quelli a timbro con base piana su cui sono incisi contrassegni personali o motivi decorativi. Lettre de cachet (propr., lettera con sigillo), lettere firmate dal sovrano e chiuse dal suo sigillo. Il termine, originariamente indicante lettere (le prime risalgono al sec. XIV) usate per trasmettere ordini reali di vario tipo (convocare i corpi politici e giudiziari, regolare le cerimonie pubbliche, distribuire gradi, ecc.), finì per essere riferito esclusivamente alle lettere che ordinavano l'esilio o la prigionia per un individuo senza alcun procedimento giudiziario. Esse furono abolite con decreto dell'Assemblea Costituente (16 marzo 1790). Il termine mantiene inoltre alcuni dei significati secondari che ha in francese: A) impronta particolare che dà un tono di eleganza e distinzione. B) Gettone di presenza; per estensione, comparsa di spettacoli teatrali o cinematografici; il compenso concordato per la prestazione: è pagato a cachet. C) Compressa, capsula (una volta di pane azzimo) contenente un medicinale, specialmente antinevralgico, da ingerire per via orale. D) Sostanza cremosa o liquida che viene spalmata sui capelli, dopo il lavaggio, per ottenere una tintura provvisoria o particolari riflessi.