cónca¹

Lessico

sf. [sec. XIV; latino concha, conchiglia, vaso].

1) Profondo e largo recipiente di terracotta che si usa per mettervi acqua, per farvi il bucato ecc.; tinozza; per estensione, il liquido in essa contenuto: lavare nella conca; una conca d'acqua.

2) Vaso di rame a forma d'anfora, con due manici laterali, usato nell'Italia centrale per attingere acqua.

3) Con riferimento alla forma profondamente incavata del recipiente: A) vasca di una fontana, di un lavatoio. B) In architettura: conca absidale, il catino dell'abside. C) Luogo concavo, avvallamento: una verde conca fra i monti; “In questo fondo della trista conca” (Dante). D) In botanica, piccola fossa, detta anche benaccio o bacinella, che viene scavata intorno a un albero per irrigazione o altri scopi colturali (soprattutto per gli agrumi). E) In geologia, conca tettonica, sinonimo di bacino tettonico e di brachisinclinale. F) Conca di navigazione, bacino artificiale (detto anche chiusa con conca), comunicante con due tronchi di canali o fiumi navigabili aventi il fondo e il pelo libero dell'acqua a livelli diversi.

4) Cavità in genere, concavità, detto specialmente di formazioni anatomiche: conca nasale, lo stesso che turbinato; conca dell'orecchio, la cavità imbutiforme della parte centrale del padiglione auricolare, da cui parte il condotto uditivo esterno.

5) Poetico, urna sepolcrale.

6) Lett., conchiglia: “Tu vedi ancora / nella sabbia... le conche / vacue...” (D'Annunzio).

Edilizia

La funzione della conca di navigazione è quella di permettere il passaggio di imbarcazioni da un canale all'altro nei due sensi. La conca consta di una camera composta da due muri paralleli sui lati lunghi (muri di fiancata), dai muri di difesa o di caduta sul lato corto a monte e dai muri di fuga sul lato corto a valle entrambi dotati di paratie (dette portine e portone rispettivamente). Queste, in posizione di chiusura, si appoggiano contro le soglie ricavate sul fondo, mentre in posizione di apertura vengono alloggiate in nicchie ricavate nei muri di fiancata; le chiusure a due battenti sono state sostituite da chiusure scorrevoli in senso verticale a saracinesca. Il fondo, generalmente a volta rovescia (conca a carena) per resistere meglio alle sottopressioni e per agevolare il deflusso dell'acqua, è a quota leggermente inferiore rispetto a quella del canale a valle. Così pure i portelli (uscioli o ventole) applicati alle paratie mediante i quali si effettuava lo svuotamento o il riempimento della conca, sono stati sostituiti da cunicoli (acquedotti) muniti di valvole, ricavati nello spessore dei muri di fiancata con bocche di uscita su tutta la lunghezza di questi ultimi, che mettono in comunicazione la conca con il braccio a monte o a valle. Le dimensioni del bacino variano da una larghezza minima di 6 m a una massima di 33,5 m, da 40 m a 305 m di lunghezza e da 2,60 m a 12,20 m di profondità; il salto di quota non è mai inferiore a 3 m e arriva a un massimo di 15 m. La successione delle operazioni per il passaggio di un natante è la seguente: riempimento (o svuotamento) della conca attraverso cunicoli (acquedotti); apertura della paratia a monte (o a valle) per permettere l'ingresso del natante nel bacino; svuotamento (o riempimento) del bacino; apertura della paratia a valle (o a monte); uscita del natante sul braccio di canale a valle (o a monte). Le conche possono essere di diverso tipo per risolvere problemi specifici: conca in serie, impiegate per superare forti dislivelli, quando le paratie a valle della prima funzionano da paratie a monte della seconda; conca in parallelo, per canali soggetti a forte traffico; conca di incrocio, poste all'intersezione di due idrovie; conca con bacini di risparmio, quando la portata d'acqua dell'idrovia non è sufficiente (all'atto dello scarico, parte dell'acqua viene immessa in un bacino a quota intermedia per essere riutilizzata nel successivo riempimento); conca per opere marittime, allestite all'imbocco di porti con forte fluttuazione di marea.